Sì alla mozione Pdl-Pd sugli aerei F35. Brunetta: il programma va avanti
Con 381 sì la Camera dei deputati ha approvato la mozione dalla maggioranza sugli aerei F35 (i no sono stati 149). In precedenza era stata bocciata la mozione di Sel con 378 voti contrari e 136 voti a favore. Dopo le iniziali schermaglie fra Pd e Pdl, dunque, il documento approvato impegna il governo a dare impulso a concrete iniziative, anche in sede Ue, per la crescita della dimensione della Difesa comune europea in una logica di «condivisa razionalizzazione delle spese». L’altro impegno è quello di non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione sul programma riguardante gli aerei F35 senza che il Parlamento si sia espresso in merito, che di fatto «vuol dire – ha spiegato Renato Brunetta, capogruppo del Pdl a Montecitorio – che il programma F35 va avanti rispetto alla programmazione già prevista» e «impegna il governo a un passaggio parlamentare quando verranno fatti ulteriori investimenti sul programma». Ciò significa – ha aggiunto – che «il processo di industrializzazione va avanti e si inaugurerà a luglio lo stabilimento di Cameri. Siamo in piena continuità con il programma nel pieno rispetto del Parlamento». «Per amare la pace, armare la pace: l’F35 risponde a questa esigenza», ha commentato il ministro della Difesa, Mario Mauro. I deputati del M5S presenti in aula hanno alzato foto-manifesto che ritraevano scene di guerra per protestare «visivamente» contro la mozione della maggioranza sugli aerei F35.
Testi alla mano, la mozione della maggioranza differisce da quella del Pd per una sola parola: “ulteriore”. Nella mozione del Pd veniva infatti previsto «di non procedere a nessuna fase di acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito». In quella di maggioranza si prevede «di non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito». Unica altra divergenza è un passaggio nella premessa. In entrambi i casi si fa riferimento al fatto che le commissioni parlamentari competenti hanno annunciato di voler avviare audizioni e indagini conoscitive sul tema della difesa per verificare «la coerenza della pianificazione dell’investimento», nel caso della mozione del Pd «anche alla luce delle condizioni generali di finanza pubblica, che nel momento attuale risultano caratterizzate da una complessa crisi economica che ha ripercussioni sul piano sociale», frase che non c’è nella mozione del Pd. Per il resto le quattro pagine di mozioni sono identiche. In entrambi i casi il governo è impegnato, oltre che a passare dal Parlamento per nuove fasi di acquisto, anche «a dare impulso, a partire dal Consiglio europeo di dicembre, a concrete iniziative per la crescita della dimensione di Difesa comune europea in una prospettiva di razionalizzazione della spesa» e al «pieno rispetto» della legge 244 del 2012, «allo scopo di garantire al Parlamento di esercitare le proprie prerogative».