Sorpresa, non è vero che il “Foglio” non ama Alemanno. Ferrara: «Io lo voto, mi ha riparato anche le buche…»
Contrordine compagni, non è vero che il Foglio non ama Alemannno. Anzi, non è vero che non lo ama il suo direttore, Giuliano Ferrara, che a sua insaputa, come direbbe Scajola, s’è ritrovato un’edizione del lunedì tutta schierata contro il sindaco uscente di Roma. Ed è sobbalzato, si fa per dire, dalla poltrona di casa. Chiedendosi come mai se a lui sta simpatico Gianni, il suo giornale scrive il contrario. Democrazia redazionale? Non proprio. Il mistero è spiegato con il service che Giorgio Dell’Arti svolge per l’edizione del lunedì del Foglio, nella quale, a quanto pare, il controllo del direttore non è previsto. «Giorgio ha fatto il furbetto con il culo mio», sintetizza brutalmente Ferrara, che aggiunge: «Ma non è così grave». Ma lui, personalmente, non è ostile ad Alemanno, spiega: «Ho detto da tempo in tv e sul “Foglio” che voterò Alemanno a quattro mani (c’è anche il voto di mia moglie), ma non attribuisco valore disciplinare a questa preferenza, sono mica matto. Quel titolo: Perché non possiamo votare Alemanno, lo considero un simpatico refuso da republicones, doveva essere: “Perché non possiamo non votare Alemanno. Ma non ne faccio una tragedia. Intanto perché sposto cinque voti in tutto, credo. E poi perché Alemanno ha fatto cose buone, ne ha progettate di altrettanto buone senza riuscire a farle, ha coperto alcune buche di mio interesse personale (passeggiatore tra i passeggiatori, e vespista), ha lasciato agli amichetti di Rodotà tà-tà il Valle, che prima del sequestro era bene comune dei cittadini di Roma, insomma sta tra bene e maluccio, ma comunque merita il voto. Ulteriore ragione. Quel Marino si è sempre vantato di essere un’eccellenza medica e civile, ma io sono convinto che in Italia le eccellenze sono mediocri». Ora c’è da chiedersi cosa farà Dell’Arti. Si tiene il service con smentita o si dimette per coerenza?