Chi glielo dice adesso a Peppone che il modello dei compagni è Don Camillo?
Vabbè, è l’inversione di rotta completa. Anzi la conversione a U. Chi glielo dice adesso a Peppone che il modello dei compagni è Don Camillo? Vero: nella sinistra c’è sempre stata una forte simpatia per il pauperismo di Francesco d’Assisi ma si trattava di un’attrazione fatale che consentiva con disinvoltura il passaggio dal paradiso degli uguali vagheggiato da Marx a quello dei santi pacifisti ed ecologisti come San Francesco. Ma adesso, nel vuoto di riferimenti ideali di cui soffre la sinistra, costretta ai dibattiti pro e contro Briatore, è Diego Bianchi, alias Zoro, a fornire il suggerimento definitivo: la sinistra italiana deve prendere a modello il Papa. Proprio lui, Papa Francesco. Zoro lo scrive nella sua rubrica settimanale sul Venerdì di Repubblica: intanto anche sua madre – ci informa – gli dice sempre che Papa Francesco non ne sbaglia una. E poi la religione non c’entra, è ancora una volta una questione tutta politica. Sentite lui: “Sapere che Cicchitto, in seguito alla visita di Bergoglio a Lampedusa, ha dichiarato che è più facile fare prediche che governare, e che Famiglia Cristiana ha rimproverato il ciellino Lupi di aver difeso con più ardore Berlusconi del Pontefice, tutto ciò è molto rinfrancante e divertente”. In pratica, basta copiare la comunicazione del Papa e la sinistra risolverebbe tutti i suoi guai, sarebbe finalmente sinistra-sinistra. E soprattutto farebbe arrabbiare Cicchitto che è l’obiettivo politico sommo, secondo Zoro, per una sinistra vincente. E con la fede, con il sacro, con la religione, come si mettono? Facile: basta scambiare il paradiso terrestre con Lampedusa e il gioco riesce. Il peccato originale con la legge Bossi-Fini e tutto torna. La Madonna con Laura Boldrini e la coerenza è salva.