Dopo le rotture con Rodotà e Gabanelli, i grillini scaricano (in diretta tv) anche la “prediletta” Boldrini
Nel giorno della salita di Grillo al Colle, cadono altre teste care alle base dei Cinque Stelle e torna a sparare l’esercito del fuoco amico, stavolta su Laura Boldrini, al termine di un pomeriggio di ordinario movimentismo. Prima la bagarre in aula, dopo il voto sulla sospensione della seduta, poi la protesta nel piazzale antistante la Camera, con foto di gruppo in stile scolaresca in gita e pericoloso incrocio con urla bestiali di disoccupati napoletani che manifestavano in un angolino, pericolosamente esclusi dalla festa.
Quindi la carovana grillina – “indignata” per il blocco dell’attività parlamentare chiesta dal Pdl dopo il blitz della Cassazione sul processo Mediaset – si ritrasferiva in aula per il question time con Enrico Letta. E lì andava in scena il secondo atto dello show a Cinque Stelle. Prima l’interrogazione sulla nomina del prefetto De Gennaro a Fineccanica, poi l’interminabile applauso di tutti i deputati del M5S per bloccare il proseguimento dei lavori, tra sghignazzi e ilarità incomprensibili, fino al richiamo di Laura Boldrini. Con la quale, in diretta tv, guarda caso, si consumava il primo scontro. Mancava solo lei, al pallottoliere grillino, dopo i Rodotà e la Gabanelli, l’ex “prediletta”. Quando Massimo Artini finiva la propria replica al presidente del Consiglio, tutti i suoi colleghi di gruppo iniziavano a spellarsi le mani e la Boldrini chiedeva di smetterla, beccandosi la reazione del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio,, anche lui impegnato nell’applauso. «Presidente, ora è lei a presiedere, non io…». E qui anche la serafica Boldrini sbottava: «Non siamo a teatro ma in un’aula parlamentare. Vorrei continuare i nostri lavori e vi prego di attenervi alle regole». Altre risatine, altri applausi ironici. Perché, in fin dei conti, ai grillini non restano che gli amici con cui litigare. Ora sotto con Casaleggio.