Finalmente il Pd trova una linea (quasi) unitaria: no alla sfiducia di Alfano. Solo i renziani si astengono

18 Lug 2013 16:21 - di Redazione

Dopo tre giorni di psicodramma, minacce e lacerazioni, il Pd ha finalmente adottato una linea comune, o quasi: nel senso che il gruppo al Senato non voterà a favore della mozione di sfiducia contro il ministro Alfano per il caso “kazako”, ad eccezione dei renziani, che si asterranno. La linea del sindaco di Firenze, che voleva agganciare il destino del governo Letta a un siluramento del principale esponente del Pdl, è stata messa in minoranza, anche dopo il monito arrivato in mattinata dal presidente Napolitano. «Nel gruppo del Pd, c’è stata una discussione seria e al termine il gruppo praticamente all’unanimità ha condiviso l’idea che il governo deve andare avanti”, ha detto il segretario del Pd Guglielmo Epifani dopo il voto nel gruppo sulle mozioni di sfiducia domani al Senato. Il ha approvato la proposta di votare “no” domani con 80 voti a favore, sette astenuti e nessun contrario. «In quella vicenda sono rimaste molte ombre e problemi legati alla riorganizzazione della sicurezza», ha aggiunto Epifani, che fino al giorno prima aveva sostenuto che Alfano fosse a conoscenza di tutto e lo aveva invitato alle dimissioni. «Un segnale molto forte di buonsenso», commenta il senatore Altero Matteoli, dopo aver appreso della decisione del Pd di votare contro la sfiducia ad Alfano. «Il pericolo per questo governo sembra rientrato. Poi c’è stato anche l’autorevole intervento del Presidente della Repubblica Napolitano che è stato molto chiaro e di continuità», ha aggiunto Matteoli. Oggi, intanto, Andrian Yelemessov, ambasciatore della Repubblica del Kazakistan in Italia, ha preso posizione sui giornali per smentire le ricostruzioni fatte dai media sulla figura del dissidente che sarebbe perseguitato dal regime tirannico. «Mukhtar Ablyazov si è autoproclamato “leader dell’opposizione” – scrive -. Per essere leader di qualsiasi cosa ed in particolar modo di un movimento politico o di opposizione, uno ha bisogno di un seguito. Ablyazov non ha nessun seguito, se non pochi individui direttamente al suo libro paga. In Kazakistan esiste una legittima e molto attiva opposizione e vari partiti dell’opposizione hanno vinto seggi in Parlamento durante le ultime elezioni nazionali. Nessuno di questi partiti riconosce in Ablyazov il proprio leader».

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