Forza Italia rimandata a settembre? E’ probabile, anzi possibile

8 Lug 2013 14:24 - di Gennaro Malgieri

Ma Forza Italia rinasce o no? L’incertezza regna sovrana. Un giorno sembra imminente, un altro lontana nel tempo, un altro ancora morta, sepolta e non riesumabile. Intanto si fa strada, in maniera sempre più evidente, la tendenza a spostare verso un ipotetico “centro” tutto ciò che si muove in maniera scomposta nel Pdl e mostra insofferenza non tanto verso il Cavaliere, ma nei confronti di una certa nomenklatura del partito. Naturalmente Berlusconi come sempre è immune da critiche esplicite, ma il pensiero dell’ala filogovernativa è chiaro: bisogna prepararsi al peggio che, tradotto, significa l’eventualità che il leader venga “espulso” per via giudiziaria dalla politica parlamentare.

In tal caso i “centristi” coglierebbero la palla al balzo per tentare di fare una cosa nuova con gli omologhi provenienti dalla sinistra e quelli propriamente detti che miltano con Casini nel piccolo Udc e con Monti nell’impalpabile Scelta civica; gli altri, i “pretoriani” di Arcore, sarebbero indotti a rimetterla in piedi finalmente questa benedetta Forza Italia per convogliare in essa i “fedelissimi” berlusconiani. La cui funzione sarebbe quella di rappresentare in tutto e per tutto il Capo in Parlamento nella malaugurata ipotesi che la Cassazione confermasse la condanna d’appello e dunque l’interdizione dai pubblici uffici.

Dunque, il destino di Forza Italia e quello parallelo del nuovo “centro” è strettamente legato al detino giudiziario di Berlusconi. Naturalmente se dovesse comunque rinascere il vecchio partito, è fin troppo ovvio ch il Pdl, nonostante le rassicurazioni fornite dal vertice, non avrebbe più senso: si ridurrebbe ad un modesto contenitore di sigle marginali il cui compito dovrebbe essere quello di non disperdere voti e portarli all’alleanza con Forza Italia. Naturalmente non è pensabile che una ipotetica formazione di destra entrerebbe a far parte di un Pdl ridimensionato. Pur nell’ambito di un ricostruito centrodestra, essa – qualora riuscisse a riformarsi – dovrebbe necessariamente essere competitiva al fine di assicurarsi agibilità politica e presenza parlamentare.

Forza Italia, dunque, per quanto attesa con legittima aspettativa dalla parte più legata a Berlusconi ed incline a rinnovare sentimentalmente i “fasti” dello “spirito del ’94” difficilmente diventerà l’asse portante del centrodestrodestra proprio perché la sua reviviscenza è legate a vicende para-politiche. Non è un caso che discutendone non sia stata data una convincente spiegazione dei motivi per i quali dovrebbe rinascere. Anzi, al contrario, l’annuncio è stato così imbarazzato e confuso da fare ritenere che il cavliere si sia convinto del fallimento politico del Pdl e non abbia trovato niente di meglio che tornare al passato.

Sia come sia, crediamo che di Forza Italia se ne riparlerà non prima dell’autunno, quando i “fati” si compiranno, il governo esausto si scontrerà con le sue contraddizioni, l’Europa ci chiederà ciò che non possiamo dare e Berlusconi dovrà affrontare un cliclo terribile di procedimenti giudiziari, a cominciare da quello che potrebbe decretarne la fine politica. Soltanto quando il cerchio si chiuderà, Forza Italia avrà probabilmente la possibilità di essere ripianificata secondo moduli innovativi e con un personale decisamente nuovo, sempre, ovviamente, sotto l’abile regia di Berlusconi. Fino al quel momento  resterà tema per chiacchiere sotto l’ombrellone.

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