Il governo fiducioso sui nostri marò: «Intensificheremo l’azione per una soluzione equa e rapida»
Massima condivisione delle informazioni e un’azione rafforzata del governo per riportare i marò a casa. Sono gli obiettivi del presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha convocato i ministri competenti per fare il punto sulla vicenda dei due fucilieri di Marina bloccati in India da quell’infausto 15 febbraio 2012 in cui rimasero uccisi due pescatori indiani. Il primo obiettivo è di sbloccare lo stallo delle indagini che ritardano l’avvio del processo a New Delhi. Il “nodo” principale è rappresentato dagli ultimi interrogatori dei testimoni italiani. Letta ha presieduto una riunione con i ministri di Interno, Esteri, Giustizia e Difesa, Angelino Alfano, Emma Bonino, Annamaria Cancellieri e Mario Mauro, l’inviato speciale Staffan De Mistura e l’ambasciatore italiano a New Delhi, Daniele Mancini. Al termine dell’incontro Palazzo Chigi ha reso noto che l’orientamento è di «proseguire con determinazione e fiducia le azioni intraprese, intensificandole ulteriormente». Il tavolo sarà periodicamente convocato. Letta vuole la massima condivisione delle informazioni per rafforzare l’azione unitaria del governo e riportare a casa il prima possibile Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, bloccati in India da quell’infausto 15 febbraio 2012 in cui rimasero uccisi due pescatori indiani. La stessa formula del vertice, con il “cappello” di Palazzo Chigi, testimonia un’attenzione più forte sulla vicenda perché eleva il livello di consultazione politica. La situazione, al momento, resta in stallo. Dall’avvio delle indagini della polizia antiterrorismo della Nia (National Investigation Agency) sono trascorsi 90 giorni, ma non ci sono ancora indicazioni su quando inizierà il processo del “tribunale ad hoc” costituito in base alla sentenza della Corte Suprema del 18 gennaio. Gli investigatori devono infatti completare gli interrogatori dei testimoni italiani, in particolare dei quattro commilitoni del team anti-pirateria che erano a bordo della petroliera Enrica Lexie con Latorre e Girone. Da quanto si è appreso, ci sarebbe un disaccordo fra India e Italia sul luogo e sulle modalità dell’interrogatorio. In particolare, l’India vorrebbe ascoltare i quattro marò a New Delhi, mentre l’Italia è contraria e ha proposto invece una videoconferenza o risposte scritte agli inquirenti indiani. Il primo obiettivo italiano è di trovare un accordo su questo fronte, per far partire il più presto possibile il processo, visto che anche l’ipotesi luglio sembra sfumata. Per accelerare i tempi, l’inviato De Mistura tornerà in India la settimana prossima, circa un mese e mezzo dopo la sua ultima missione. L’orientamento, a quanto si apprende, è di non voler avviare un contenzioso presso Corti internazionali, perché viene ritenuta una strada troppo lunga. Al contrario, il governo lavora per ottenere un processo equo, che riconosca tutti i diritti della difesa. E ottenere una sentenza che, nella peggiore delle ipotesi, faccia scontare la pena in Italia ai due fucilieri di Marina.