Letta censura l’evasione, Fassina lo smentisce subito. Anche oggi il Pd dà il meglio di sè sulla confusione
Come logica conseguenza dell’appello del premier Letta a un impegno comune contro l’evasione fiscale, il viceministro all’Economia del Pd, Stefano Fassina, stamattina parla di “evasione di sopravvivenza”, così, giusto per creare un problemino al governo. «Senza voler strizzare l’occhio a nessuno – dice a un convegno Confcommercio – senza ambiguità nel contrastare l’evasione ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno. Non è una questione di carattere prevalentemente morale», sottolinea il viceministro, ricordando di aver affrontato la questione in un libro alcuni anni fa.
In realtà, lo stesso concetto l’aveva espresso a più riprese anche Silvio Berlusconi, ma il centrosinistra, alla semplice allusione alla “necessità” di evadere per non chiudere le imprese, a fronte di un peso devastante del fisco, aveva sollevato gazzarre indecorose. Ora ci è arrivato anche Fassina. Che intanto smentisce ipotesi di manovre correttive. «Dobbiamo fare riferimento al saldo strutturale che è in pareggio come da impegni presi a Bruxelles», aggiunge. «Dobbiamo costruire una manovra che alloca le risorse in modo più efficiente e utilizzi gli spazi di flessibilità conquistati con l’uscita dalla procedure di infrazione», conclude Fassina, che apre al Pdl sull’Imu: «Possiamo eliminare l’Imu sull’85% delle famiglie con 2 mld, mantenendola sul 15% di immobili di lusso», è l’ipotesi indicata dal viceministro dell’Economia. Le risorse sono «limitate – dice – ma altri 2 miliardi si potrebbero usare per evitare l’aumento Iva, per ridurre le tasse sui redditi più bassi o per rifinanziare cig in deroga».