Nel ricordare il fondatore dei gesuiti Papa Francesco esorta i giovani «a rischiare tutto per grandi ideali»
«Cari giovani, vale la pena scommettere su Cristo e sul Vangelo, rischiare tutto per grandi ideali!». È quanto ha scritto Papa Francesco in un nuovo tweet nella giornata in cui la Chiesa ha ricordato Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, e a tre giorni dalla conclusione della Giornata mondiale della gioventù. Ma la giornata è tutta dedicata ai gesuiti, che hanno festeggiato la ricorrenza del loro fondatore, Sant’Ignazio di Loyola, assieme appunto a Papa Francesco, loro confratello, nella chiesa del Gesù a Roma. Occasione in cui, celebrando la messa, Bergoglio ha rivolto un pensiero anche a padre Paolo Dall’Oglio, gesuita scomparso in Siria e di cui da tre giorni non si hanno notizie. La festa di Sant’Ignazio, fondatore, intorno al 1534, dell’Ordine missionario di cui fa parte anche Papa Francesco, è una ricorrenza centrale per i gesuiti. Bergoglio l’ha voluta festeggiare con i suoi confratelli, recandosi di mattina presto, a bordo della sua Ford Focus, in una nuova uscita eccezionale dal Vaticano, nella chiesa madre della congregazione, un gioiello barocco nel centro della capitale, dove in un’urna di bronzo dorato sono conservate le spoglie del santo spagnolo canonizzato nel 1622. «Mettete Gesù al centro e da parte voi stessi», ha esortato Papa Francesco in un’omelia incentrata sullo spirito di servizio che caratterizza la Compagnia e rivolgendosi a circa 270 gesuiti che, accompagnati da amici e collaboratori delle strutture dell’Ordine, hanno partecipato alla messa in forma privata. Un discorso in cui Bergoglio non ha mancato di far trapelare la sua preoccupazione per la sorte di padre Dall’Oglio, oppositore del regime siriano, sulla cui scomparsa nel Paese la Farnesina ha chiesto prudenza e riservatezza. La strada per servire la Chiesa «con generosità e spirito di obbedienza» – ha spiegato il Papa – è anche quella di «dire al Signore di voler fare tutto per il suo maggior servizio e lode, imitarlo nel sopportare anche ingiurie, disprezzo, povertà. Ma penso al nostro fratello in Siria in questo momento». Ai suoi confratelli dell’Ordine il Pontefice ha chiesto poi «di mettere al centro Cristo e la Chiesa; lasciarsi conquistare da Lui per servire; sentire la vergogna dei nostri limiti e peccati, per essere umili davanti a Lui e ai fratelli. Non è scontata la domanda per noi, per tutti noi – ha insistito il Papa – è Cristo il centro della mia vita? Metto veramente Cristo al centro della mia vita? Perché c’è sempre la tentazione di pensare di essere noi al centro. E, quando un gesuita mette se stesso al centro e non Cristo, sbaglia».