“Non facciamoci rubare la speranza”: arriva la “Lumen Fidei”, l’enciclica dei due Papi
«La fede non è rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita». E poi una intensa e vibrante esortazione finale: «Non facciamoci rubare la speranza». È una potente risposta allo scetticismo, al minimalismo, e all’utilitarismo diffusi nella nostra società la Lumen Fidei, la prima enciclica di Papa Bergoglio, scritta a quattro mani con il suo predecessore Benedetto XVI, come lo stesso Pontefice precisa nel documento, affermando di aver assunto il testo che Ratzinger «aveva già quasi completato» e di avervi aggiunto «alcuni ulteriori contributi». Il documento pontificio è stato presentato in Vaticano dal cardinale Marc Ouellet, dall’arcivescovo Gerhard Ludwig Mueller, dall’arcivescovo Rino Fisichella. Nel corso della presentazione, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha annunciato che Papa Giovanni Paolo II e Papa Giovanni XXIII saranno proclamati santi entro il 2103, aggiungendo che verrà indetto un concistoro per la canonizzazione di entrambi.
Il grande messaggio contenuto nella Lumen Fidei, è che la fede è necessaria per mantenere la coesione profonda della società di oggi, che altrimenti sarebbe tenuta unita solo dalla paura e dagli interessi. La fede è infatti «una luce per la vita in società». Cercando la «fraternità universale» tra gli uomini – osserva Papa Francesco –, la modernità ha finito a poco a poco, perdendo il «riferimento a un Padre comune» a eliminare la «vera radice della fraternità». Invece «la fede ci insegna a vedere che in ogni uomo c’è una benedizione per me, che la luce del volto di Dio mi illumina attraverso il volto del fratello» ed è «grazie alla fede che abbiamo capito la dignità unica della singola persona, che non era così evidente nel mondo antico».
Nel documento è contenuta anche una critica a Nietzsche e a Dostoevskij. Al filosofo tedesco perché questi, secondo Papa Francesco, sbagliava nel ritenere che la fede fosse «una illusione di luce che impedisce il nostro cammino di uomini liberi verso il domani». Quanto allo scrittore russo, il Pontefice ritiene che, contrariamente a ciò che questi fa dire al principe Miskin nell’Idiota , la morte, «gli effetti distruttivi della morte sul corpo di Cristo» non fa affatto perdere la fede: «La prova massima dell’affidabilità dell’amore di Cristo si trova nella sua morte per l’uomo». Secondo l’arcivescovo Fisichella la Lumen Fidei è un’enciclica con una forte connotazione pastorale. «Queste pagine saranno molto utili nell’impegno che toccherà le nostre comunità per dare continuità al grande lavoro intrapreso con l’Anno della fede». Papa Francesco, «con la sua sensibilità di pastore, riesce a tradurre molte questioni di carattere prettamente teologico in tematiche che possono aiutare la riflessione e la catechesi».