Via le bancarelle dal centro di Roma? De Gregori non è d’accordo e dà un consiglio a Marino: “Non fare lo sceriffo…”

8 Lug 2013 17:26 - di Redattore 54

Una bella gatta da pelare per il nuovo sindaco di Roma: è l’eterna questione del centro storico, delle regole, degli abusivi, dei suk, delle bancarelle, delle piazze storiche che diventano teatro di eventi, che richiamano masse di giovani, con i residenti imbufaliti e vogliosi di quiete. Ora che non c’è più Gianni Alemanno a fronteggiare gli sfrangiamenti della movida romana, l’ingrato compito tocca alla giunta Marino e quelli che ieri strillavano contro il sindaco di destra (Alemanno) che voleva abolire i panini consumati in strada oggi fanno il tifo per un sindaco (Marino) più sceriffo che mai, che faccia piazza pulita in senso non metaforico ma reale, piazza pulita anche dai maxiconcerti, come quello che si è svolto a piazza del Popolo per il “Music Summer Festival”.

Tra i cantautori protagonisti dell’evento c’era anche Francesco De Gregori che, risentito per tanto clamore polemico, ha scritto una lettera al Corriere della sera (pubblicata oggi) criticando chi invoca il rigore e i maxiblitz contro gli abusivi per difendere l’idea di una città accogliente dove l’immigrato può vendere calzini anche senza licenza. De Gregori, insomma, dice cose molto di sinistra e sarà simpatico vedere in che modo la giunta di centrosinistra guidata da Marino sbrigherà la faccenda.

Scrive infatti il cantautore romano a proposito del “suk” determinato da bancarelle abusive e artisti di strada più o meno finti: “Qui stiamo parlando di qualcosa che è ormai profondamente radicato nel tessuto sociale e direi anche nell’economia della città e che richiede risposte strutturali e non in termini di ordine pubblico, spettacolari e promozionali per la nuova amministrazione, ma destinati inevitabilmente a non produrre risultati a meno che non si voglia presidiare la città 365 giorni l’anno”. Quanto ai concerti, afferma De Gregori, non è così “improprio usare una bella piazza di una splendida città per riempirla di gente e cantarci dentro”. Due visioni contrapposte: o il centro storico presidiato o il centro storico dove i vigili chiudono un occhio; o le regole o l’accoglienza; o le belle piazze aperte a tutti o le belle piazze museificate. Che farà Marino? Una risposta molto attesa mentre da Firenze il “modello Renzi” scioglie l’interrogativo con una scelta che ha scatenato un vespaio: chiudere Ponte Vecchio e “affittarlo” per la festa della Ferrari. Una terza via per fare cassa. Ma i romani sarebbero d’accordo?

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