All’inferno e ritorno: a sinistra riconquistano la scena i “vecchi arnesi” del ribaltone

24 Ago 2013 18:32 - di Girolamo Fragalà

Rispuntano alla spicciolata, cercando di tenere un profilo basso, parlano quasi sottovoce, mandano avanti i peones e si nascondendo nelle retrovie, così da poter agire con le mani libere. Sono i “signori del ribaltone”, quelli che… non riescono a spuntarla alle elezioni e vogliono stare al governo a ogni costo, per diritto divino, perché si sentono baciati da Zeus e Poseidone. Tramano nell’ombra, sono vecchi arnesi cacciati fuori nell’emergenza. Mai come adesso possono approfittare della situazione, quel che sta accadendo al governo, le spaccature nelle larghe intese su Berlusconi, è l’occasione per tornare in campo e ritagliarsi un ruolo importante. Erano stati messi da parte, finiti in fuorigioco dopo gli appelli di Napolitano e la nascita del governo Letta. considerati come il vecchio della politica.  Ora tornano di moda. Sono sempre gli stessi, tessitori della tela e schierati a sinistra, situati dietro le quinte, aiutati dalla stampa “amica”. È quasi un ventennio che va avanti questa storia, dal momento in cui ci fu il ribaltone che fece cadere il primo governo Berlusconi, con la Lega che abbandonò la maggioranza davanti al centrosinistra che brindava alle poltrone che avrebbe conquistato nonostante la sonora sconfitta elettorale. Altro famoso ribaltone quello dei parlamentari centristi – eletti col Cavaliere – che fecero le valigie e passarono dall’altra parte andando a sostituire numericamente i dissidenti di Rifondazione comunista. Per non parlare poi dell’ultimo clamoroso ribaltone, quello del 2011 che ha portato alla nascita del governo Monti, in un contesto con ancora molti punti oscuri tanto che Gasparri ha continuato a sottolineare «la necessità di capire tante vicende che portarono alla fine del governo Berlusconi e i ruoli di tanti vertici istituzionali». La storia si ripete, a sinistra è iniziato il “corteggiamento” (per usare un eufemismo) dei grillini, “venite con noi”. È da un bel po’ che nel Pd si parla di «trenta senatori Cinquestelle pronti a creare una nuova maggioranza». C’è chi, come Pippo Civati, si è spinto a spiegare come devono fare e quali parole devono dire: «I grillini potrebbero dirci “mollate il Pdl e facciamo tre cose assieme”, solo stando al governo si possono portare a casa i risultati». Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha detto chiaro e tondo che il Partito democratico «deve cercare altre maggioranze» se il Pdl se ne va. L’importante è liberarsi del nemico (facendolo fuori dalla vita politica), conservare le poltrone ed evitare il voto. Anche perché, in questo momento, la sinistra non riuscirebbe a vedere la vittoria nemmeno con il cannocchiale. Tornino quindi i “signori del ribaltone”, si accomodino nelle stanze dei bottoni. si credono grandi strateghi, i nuovi Napoleone. Ma, come Napoleone, potrebbero avere la sfortuna di imbattersi in una Waterloo. E magari essere abbandonati da Zeus e da Poseidone.

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