De Magistris difende il “contrattino” al fratello: «È stato tanto bravo in campagna elettorale…»
Comm’è bella, comm’è bella, ‘a città ‘e Pullecenella… Tenta di gettarla sul romantico e sul “caso umano”, Luigi De Magistris. Su quel “contrattino” per il fratello alla direzione organizzativa del Forum delle Culture è scoppiato il finimondo. E lui si dice allibito, tiene famiglia, bisogna capirlo. Non importa se l’amato fratellino sia finito nella rete di un’inchiesta relativa alla gestione degli appalti per l’America’s Cup. Non importa neppure che di solito è inopportuno, per un sindaco, “piazzare” il parente più stretto. «Claudio – si giustifica – è un lavoratore che, come tutti, ha diritto a un salario, essendo un professionista a cui vanno riconosciuti competenza e sacrificio ed essendo una risorsa per l’amministrazione, per la quale ha lavorato gratis fino ad ora». Poi De Magistris aggiunge: «La condizione lavorativa di mio fratello Claudio sembra essere diventata uno di quei temi da cui dipendono le sorti dell’amministrazione e della città». Per il sindaco di Napoli in troppi hanno evocato concetti come il familismo scomodando persino temi come la questione morale. Il premio al fratello è più che giusto: «Claudio è stato determinante nella competizione elettorale da me vinta, per il suo impegno politico e per la sua capacità nel settore della comunicazione e dell’organizzazione degli eventi». Ergo, ci sono «tutti i presupposti per aprire una riflessione sulla possibilità che egli veda una formalizzazione del suo ruolo e del suo impegno». Torniamo a canticchiare, quindi, il ritornello della canzone ‘a città ‘e Pullecenella. Salvo scoprire che più avanti, nel testo, si legge: Me dispiace sulamente ca ll’orgoglio ‘e chesta gente, se murtifica, ogne ghiuorno («mi dispiace solamente che l’orgoglio di questa gente si mortifica ogni giorno»). Proprio così, l’orgoglio dei napoletani viene mortificato soprattutto da chi, nelle vesti di sindaco, dice che tiene famiglia e “favorisce” l’amato fratellino.
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