«Il Pd non ci convince più». E la festa del partito diventa “festa di fine estate”
La festa si farà, ma non si chiamerà democratica, bensì “di fine estate”.. E niente bandiere del Pd, in segno di “disaffezione momentanea” al partito nel quale, almeno per ora, non riescono a riconoscersi più tanto. Accade, come riportato dal quotidiano Il Tirreno, al circolo Arci di Martignana, frazione di Montespertoli, nel Fiorentino, alle spalle un’onorata carriera lunga oltre 30 anni di feste dell’Unità o Democratiche. Venne anche Massimo D’Alema, nel 2001, a festeggiare il venticinquennale, la foto ricordo è sempre appesa alle pareti della casa del popolo. Fino al 15 settembre, via a danze, cene e spazio anche alla politica, ma resteranno in magazzino gli striscioni col simbolo del Pd. «Il cuore batte sempre lì, la nostra è un’azione dimostrativa, non di ripudio – spiega Giorgio Rossi, 67 anni, ex operaio ed ex, storico, presidente del circolo, indicato come il capo “rivolta” – sul manifesto della festa un simbolino c’e’ sempre. Ma vogliamo dare un segnale ai nostri politici, perché il partito torni in mezzo alla gente, coinvolga di più la base, senta i suoi bisogni. È montata l’amarezza e la delusione, fin dal 2011: si sarebbe dovuto andare a votare non sostenere il governo tecnico. Forse si sarebbero rischiate le penne ma da allora ci ha rimesso solo il Pd: il tradimento dei 101 per l’elezione di Prodi a Capo dello Stato è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Poi il governo con Berlusconi. E ora voglio vedere cosa faranno il 9 settembre’». In Toscana, quest’estate, era già saltata per protesta la festa democratica a Vernio, nel Pratese: una decisione presa dall’assemblea comunale del Pd per segnalare «il distacco del partito’».