La “resistenza” di Silvio: «Non mollo, resto il leader del centrodestra, preparatevi al meglio…»
«Io resisto! Non mollo…», è l’incipit del grido di battaglia che il Cavaliere affida a Facebook, nei giorni più difficile della sua vita e della sua carriera politica, con il Pd pronto a votare con Grillo per la sua decadenza, alla riapertura delle aule parlamentari, e il morso della giustizia che lo costringe a muoversi dietro le quinte nella ricerca di una soluzione politica che dia prospettive al governo di larghe intese. «State tranquilli che non mi faccio da parte, resto io il capo del centrodestra. Farò sino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio», scrive Berlusconi sullo sfondo di un manifesto nel quale campeggia il simbolo di Forza Italia e il palco del discorso a via del Plebiscito. A dettare la linea del Pdl, nel corpo a corpo col Pd, è Renato Schifani, capogruppo al Senato, che chiarisce subito: «Per noi tutto si tiene: se ci sarà una chiusura pregiudiziale del Pd sul percorso di approfondimento sulla legge Severino che chiediamo per noi sarebbe impossibile parlare di un percorso comune», dice riferendosi al voto in Giunta al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Il Pdl «non si muove per interessi personali», ribadisce l’onorevole Schifani, «ma per tutelare il diritto di rappresentanza di milioni italiani che chiedono i diritti politici per Silvio Berlusconi». «Noi siamo perché il governo vada avanti ma lo vogliamo in una logica di pacificazione e invece notiamo che dal Pd ci sono gravi ombre su questa pacificazione. Napolitano e il Pd si devono rendere conto che il momento è delicato. Noi non chiediamo nessun baratto, chiediamo soltanto un approfondimento sulla legge Severino, tanto più alla luce di una sentenza che mostra tanti dubbi», è la conclusione di Schifani, su cui tocca al Pd, ora, rispondere nel merito.