Marò, si procede verso la chiusura della indagini. Task force da Letta
Il complesso dossier dei due marò bloccati da oltre diciotto mesi in India torna sul tavolo del governo. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta ha convocato la task force ministeriale, che da mesi segue gli sviluppi della vicenda, alla luce anche di segnali positivi dell’ultima ora arrivati dallo stesso ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid. In una dichiarazione il ministro ha infatti detto senza mezzi termini: «Credo che abbiamo potuto trovare una soluzione» per andare avanti, sciogliendo il nodo della mancata testimonianza degli altri quattro fucilieri. Reduce dalla sua ultima missione a New Delhi, l’inviato governativo Staffan De Mistura riferirà sull’ennesimo incontro avuto con Khurshid. E illustrerà i possibili sviluppi dell’indagine che la polizia indiana (Nia) sta concludendo sull’incidente che ha coinvolto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone nella morte di due pescatori al largo del Kerala. L’annuncio della riunione a palazzo Chigi, al quale parteciperanno anche i ministri della Difesa Mario Mauro e della giustizia Anna Maria Cancellieri, è stato fatto dal ministro degli Esteri Emma Bonino, che si è detta convinta che «sulle indagini l’istruttoria si può chiudere anche senza gli interrogatori degli altri quattro militari». Da alcune settimane le relazioni fra New Delhi e Roma erano per la verità un po’ tese per il diniego avanzato da parte italiana alla richiesta degli investigatori della Nia di poter interrogare in India gli altri quattro fucilieri di Marina che formavano il team di sicurezza sulla Enrica Lexie. L’Italia aveva offerto tre possibilità per l’escussione dei testi (fra l’altro utili alla Difesa): una videoconferenza, una missione della Nia a Roma o uno scambio di domande e risposte scritte. Ma la risposta di non meglio precisate “fonti” che era filtrata sulla stampa sembrava un chiaro “no” corredato da una minaccia di possibili ritardi nella chiusura delle indagini. Ma questo scenario negativo alla verifica dei fatti non è mai stato confermato da fonti ufficiali, anzi. Mercoledì il portavoce degli Esteri, Syed Akbaruddin, ha dichiarato che «sono state comprese le obiezioni legali del governo italiano il quale ci ha spiegato che i fucilieri sono impegnati in delicate missioni e che è impossibile renderli disponibili per testimoniare». E oggi Khurshid ha rivelato che «abbiamo potuto trovare una soluzione» per andare avanti. Aggiungendo però di preferire che «l’annuncio lo facciano in seguito gli esperti di questioni giuridiche». «Davvero penso – ha concluso – che adesso potremo superare l’impasse e ridare velocità al processo».