McDonald’s, vendere più panini col politically correct
La nuova pubblicità di McDonald’s è da Oscar del politicamente corretto se mai ce ne fosse uno. Il fatto che più le aziende sono globali più fanno la grancassa all’ideologia “radical” meriterebbe una più approfondita riflessione. Intanto possiamo goderci il nuovo spot di indottrinamento guardando la tv seduti comodamente sul divano coi nostri bambini. Il leit motiv è “il coraggio di scegliere” e il racconto inizia con un bel giovanotto afro-giamaicano con una graziosissima pupetta mulatta che corre felice verso una bella ragazza diafana che l’abbraccia. Close-up sul ragazzo caffelatte con la voce fuori campo che esalta il coraggio che ha avuto nel scegliere di vivere in “un altro Paese…”. Viva Kyenge, abbasso Calderoli. L’occhio della telecamera scivola su un’altra bella ragazza molto white e non poco alternativa che sbatte le ciglia con sguardo innamorato. Tende le mani verso l’oggetto del suo desiderio. Un’altro modello cromaticamente interessante? Di più. Le mani accarezzano il volto di un’altra ragazza anch’essa bella e dolce, che ha avuto anche lei “il coraggio di scegliere”. Ci si aspetta il bacio ma la regia scivola su un bel pancione portato con eleganza e solarità da un’ennesima bella ragazza, anche lei vestita un tantino alla Leoncavallo. Forse è la moglie della bella figliola innamorata della precedente inquadratura che ha avuto “il coraggio di scegliere” di farsi fecondare artificialmente per dare un figlio alla sua amata? Colpo di scena. A portarle il vassoio carico di gustose e formative patatine e panini globali e stra-politicamente corretti è niente popò di meno che un bel giovanotto aitante e sorridente con l’espressione da obiettore di coscienza che, dobbiamo dedurre, ha avuto “il coraggio di scegliere” di fare un figlio alla maniera degli antichi (forse) e mettere su famiglia (non necessariamente col matrimonio) con un essere umano di sesso diverso anche se, ahimé, del medesimo banale colorito. Insomma, un mondo fantastico, bello e buono. E tutto concentrato lì, nello splendido setting del Mc-paradiso dei bambini, dove si mangia sano e, soprattutto, si impara a stare al mondo. Il figlio sul divano alla fine ti dice: “papà mi porti da Mcdonald?” e tu gli dici “sì” felice e soddisfatto di poter dare anche tu un piccolo obolo a un’organizzazione così dedicata a cambiare il mondo. Ovviamente in meglio.