«O si trova una soluzione alla condanna di Berlusconi o si rischia la guerra civile». È bufera sulla frase di Bondi
«O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti». La dichiarazione di Sandro Bondi, già portavoce di Berlusconi ed ex ministro dei Beni culturali, manda in fibrillazione la maggioranza scatenando una ridda di controrepliche dal Pd. «La richiesta di grazia di ieri è un’irricevibile provocazione, quella di mettere sotto controllo politico la magistratura è altrettanto irricevibile e le parole di Bondi – ha replicato tra i tanti, Stefano Fassina, viceministro dell’Economia ed esponente del Pd – sono al limite dell’eversivo. Abbiamo davanti due scenari: o il Pdl ritorna nell’alveo della normalità democratica, oppure i suoi ministri che hanno minacciato dimissioni siano conseguenti e si dimettano».
Al di là della dichiarazione sopra le righe di Bondi, il Pdl sollecita una soluzione con l’intervento del Quirinale. «Massimo rispetto per il presidente Napolitano – dice Mariastella Gelmini, vice capogruppo del Pdl alla Camera – da parte nostra non c’è alcuna intenzione di fare indebite pressioni: noi chiediamo al capo dello Stato, come supremo garante della Costituzione, di far rientrare un ordine dello Stato nell’alveo della democrazia liberale’. L’ex ministro della Cultura ricorda che si tratta di «un problema non secondario – anche se del tutto nuovo – quello dell’agibilità politica di un partito che raccoglie un grandissimo consenso nel Paese. Siamo certi di trovare orecchie attente in chi già molto ha sofferto, anche negli affetti personali, per questa insopportabile invasione di campo. L’uso politico della giustizia compie più di 20 anni nel nostro Paese e si è indirizzato in maniera esclusiva contro i partiti che non hanno piegato la testa ad una pattuglia di magistrati militanti che tiene sotto schiaffo l’intera categoria. E oggi corre il rischio, avvelenando i pozzi, di mettere a repentaglio il governo di larghe intese e la rinascita del Paese». Mentre da Fratelli d’Italia arriva una solidarietà condizionata. «Rinnovo la mia solidarietà a Berlusconi – commenta Ignazio La Russa,.e trovo naturale e comprensibile che esponenti e militanti del Pdl-Forza Italia manifestino anche in piazza la loro solidarietà al capo del partito cosi duramente colpito. Agli amici di Forza Italia però – aggiunge il presidente di Fratelli d’Italia – mi permetto di suggerire sommessamente che quando si avanza l’ipotesi di chiedere la grazia è più producente farlo senza “aut aut” e nei modi e con le forme appropriate. Altrimenti si ottiene al di là delle intenzioni un effetto opposto a quello che si desidera. Anche in termini di comunicazione».
Ambienti del Quirinale hanno definito «irresponsabili» le dichiarazioni di Bondi.