Primo comandamento del Campidoglio: chi contesta il sindaco va all’inferno
Alla prima contestazione Ignazio Marino ha perso le staffe. Forse perché non se l’aspettava, eppure la manifestazione dei cittadini contro la discarica al Divino Amore era stata annunciata. Al corteo di protesta, partito da piazza Bocca della Verità e arrivato a via dei Fori Imperiali, nel pieno della festa per la pedonalizzazione voluta dal sindaco con tanto di lievi tafferugli, hanno partecipato vari esponenti del Pdl, fra cui l’ex sindaco Gianni Alemanno, l’attuale capogruppo in Campidoglio (ed ex vicesindaco) Sveva Belviso, il senatore Andrea Augello, il deputato Barbara Saltamartini. E soprattutto nei confronti di questi ultimi si è scagliata l’ira del primo cittadino, temendo forse che la protesta degli abitanti del Divino Amore potesse divenire anche protesta politica. Con lui il centrosinistra e il Partito democratico che hanno definito Alemanno un “sabotatore”, un “Masaniello di turno”, un “capopopolo, prigioniero del suo fallimento”. Immediata la replica dell’ex primo cittadino: «Marino si ricordi che è il sindaco e non il dittatore di Roma. Non si deve permettere di reagire alle proteste con gli insulti. Quella dei cittadini contro la discarica al Divino Amore si sarebbe potuta placare immediatamente se lui avesse avuto l’umiltà di scendere subito a parlare con i manifestanti. E poi dovrebbe solo ringraziarmi: come ben sanno i dirigenti di Polizia, io mi sono adoperato per non far degenerare le proteste antidiscarica». Più ironico, come è suo costume, il senatore Augello: «Trovo davvero egocentrica l’idea del sindaco Marino che la mia qualità del tempo libero sia talmente modesta da dedicare un’afosa serata del 4 agosto a sabotare la sua festicciola per l’inaugurazione di una corsia preferenziale del Colosseo. L’altra sera, infatti, mi sono recato alla Bocca della Verità solo per portare la mia solidarietà ai cittadini dell’Ardeatina e, quando ho visto che la tensione saliva, mi sono trattenuto, come mi è sembrato doveroso, soltanto lo stretto necessario per assicurarmi che nessuno si facesse male. Quando un funzionario di Polizia ha comunicato a Sveva Belviso che una delegazione poteva accedere nel perimetro della festa per essere ricevuta dal sindaco o da un suo rappresentante, ritenendo ormai esclusa ogni ulteriore tensione, me ne sono andato a casa. Soltanto dopo dalle agenzie ho appreso che quella delegazione non era stata ricevuta subito e che tale indisponibilità aveva determinato ulteriori contestazioni a Marino all’interno dell’area della festa. Questo è quanto accaduto per ciò che mi riguarda: le divagazioni sulla dittatura, sul fascismo, sulla mia cultura personale, credo siano solo frutto del caldo e della stanchezza del sindaco. Probabilmente uno stato di confusione passeggero». «Marino, invece di preoccuparsi di cose inutili e dannose come la pedonalizzazione dei Fori – conclude la Saltamartini – dovrebbe occuparsi dei problemi reali della città, interloquendo con i comitati di quartiere e con le realtà associative, così come ha sempre fatto l’ex sindaco Alemanno nei cinque anni della Giunta di centrodestra. Purtroppo invece assistiamo a prese di posizione finalizzate solo a qualche titolo di giornale e che sono ben lontane dall’interesse vero che un sindaco dovrebbe avere, ossia il bene comune della città».