«Pronto, sono Francesco…»: il Papa telefona alla famiglia di un imprenditore ucciso a Pesaro

9 Ago 2013 15:11 - di Redazione

«Oggi è arrivata una telefonata inaspettata….al mio “Pronto?» mi ha risposto una voce dicendomi «”Ciao Michele, sono Papa Francesco”……..una emozione unica”. E’ il messaggio postato su Facebook mercoledì da Michele Ferri, il fratello di Andrea, l’imprenditore 51enne di Pesaro freddato il 4 giugno scorso a colpi di pistola nel corso di una rapina. In carcere sono finiti un suo dipendente, il macedone Donald Sabanov, 25 anni, e l’italiano di origini marocchine Karim Bary, 23 anni, che avrebbero agito per impossessarsi della chiave del caveau di uno dei suoi distributori di benzina. Andrea Ferri, che da anni è su una carrozzina, e vedeva nel fratello Michele un sostegno e un punto di riferimento insostituibile, aveva iniziato ad affidare alla rete i suoi messaggi di sconforto. «Ti ho sempre perdonato tutto. Questa volta no, Dio, questa volta non ti perdono», aveva scritto, tra le altre cose. Poi, un giorno, in preda alla disperazione, aveva deciso di scrivere una lettera al papa.

«Non avrei mai scritto una lettera ad altri Papi – ha spiegato al Messaggero – ma a lui me l’ho sentivo e l’ho fatto. Quando mi ha chiamato non ho pensato a uno scherzo, perché non avevo detto a nessuno di avergli scritto. E Bergoglio ha dovuto chiamarmi per ben tre volte perché martedì non avevo il cellulare con me. Avrei pensato a tutto ma non certamente che mi chiamasse personalmente». Sui contenuti della telefonata non trapelano indiscrezioni. «È un fatto personale, che preferiamo resti tale», ha detto la moglie Loretta. «Mi ha detto che ha pianto quando ha  letto la lettera che gli avevo scritto. Tutto quello che ho scritto – ha raccontato Ferri al quotidiano Vivere Pesaro – e chi ci siamo detti, rimarrà sempre e solamente per me, la mia famiglia, i miei amici e gli amici di Andrea. Questo Papa è di una umanità unica, e per la prima volta qualcuno è riuscito ad infonderci tanta speranza e serenità, soprattutto a consolare la mamma».

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