Berlusconi: «Il governo? Noi siamo seri. Ma sia chiaro, i patti devono essere rispettati»

19 Set 2013 19:02 - di Guglielmo Federici

Sono da poco passate le 17 quando Silvio Berlusconi, dopo un vertice con i ministri del Pdl, lascia Palazzo Grazioli per recarsi a piazza San Lorenzo in Lucina dove è atteso per il lancio della nuova Forza Italia. Il Cavaliere arriva da un ingresso posteriore e prima di salire nei nuovi uffici l’ex premier, accompagnato dai big del partito, taglia un nastro tricolore. E scherza: «Dopo venti anni siamo qui e guardandovi, soprattutto quelli che erano con me nel ’94 devo dirvi che l’impegno e l’entusiasmo di Forza Italia fa bene, siamo tutti molto più belli». Il Cav nell’atteso discorso di inaugurazione del quartier generale della nuova stagione politica parla della  responsabilità dimostrata in seno al governo Letta, di impegno contro il bombardamento fiscale e di “ribellione” all’accerchiamento giudiziario. «È inaccettabile dire che la legge è uguale per tutti. Dire così significa ripararsi dietro un’ipocrisia. È inaccettabile». Ingrana la marcia: «Abbiamo dato e anche ora stiamo dando prova di serietà e responsabilità straordinaria», ha ribadito. Massima è la lealtà, ma la condizione è sempre quella che sta a cuore al centrodestra e agli italiani: che l’impegno preso dal governo sulle tasse sia mantenuto:  «Saremo in questo governo ma con la ferma intenzione che questi provvedimenti siamo mantenuti fino in fondo». Primo, rispettare i patti. Poi di nuovo rassicura: «Una crisi ora sarebbe destabilizzante e la stabilità è un bene», sostiene Berlusconi che da febbraio con il centrodestra si è fatto paladino di un governo di responsabilità. Poi detta una timeline per la nuova FI, annunciando per i prossimi giorni una riunione dei gruppi «per prendere in piena responsabilità una decisione per fare l’interesse del Paese, non il nostro». Poi qualche particolare in più sulla “nuova” Forza Italia, che dovrà avere una «massiccia presenza sulle reti, sui social network». Molto più di quella attuale. Sappiamo quanto la rete possa essere artefice di manipol

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