Berlusconi pacifica falchi e colombe: «Ho deciso tutto da solo. Ora votiamo su Imu e Iva, poi elezioni»
Chi si aspettava l’Armageddon, lo scontro finale tra falchi e colombe, è rimasto deluso. Silvio Berlusconi appena giunto alla Camera dopo le 17 per la “fatidica” riunione dei gruppi congiunti del Pdl, avoca a sé tutta la responsabilità politica dell’accelerazione impressa allo scenario istituzionale. «La decisione di far dimettere i ministri è stata mia» ha detto a riunione appena iniziata. «Ho deciso da solo nella notte perché gli italiani non capivano come facevamo a stare al governo con la sinistra se i nostri deputati si erano dimessi», ha aggiunto, specificando che Forza Italia «non è una forza estremista» e spiegando la tempistica degli eventi. L’aveva detto: «O si è dentro oppure si è fuori». Per Berlusconi il punto non è chi predica cautela e neanche chi lo pressa per strappare. Aleggia infatti sul dibattito infuocato di queste ore, come nel Macbeth di Shakespeare, una sorta di “ombra di Banco”, il sottinteso, esplicitato da Berlusconi, che tutto si lega alle ventennale lotta contro la magistratura politicizzata. L’ex premier, seduto al fianco di Angelino Alfano, Renato Schifani e Renato Brunetta, ribadisce che «per allontanarmi dalla vita politica hanno usato la retroattività della legge Severino cosa mai vista. Si tratta di una duplice situazione antidemocratica se unita alla magistratura politicizzata. In questo modo si vuole eliminare dalla scena il leader dei moderati», ha detto forte e chiaro a tutti. «Alcuni magistrati sono un cancro della democrazia», ribadisce nel corso della riunione. Berlusconi è deciso e pronto ad andare avanti e richiama alla coesione. «Dobbiamo restare uniti, non dobbiamo dare all’esterno l’impressione che sta dando il Pd, i panni sporchi si lavano in casa. Quello che hanno fatto i ministri lo hanno fatto in buona fede ma abbiamo chiarito tutto». Poi ringrazia di cuore: Le «Le vostre dimissioni sono state il più bel regalo». Parole cone le quali, secondo quanto si apprende, il Cav ha respinto le dimissioni dei parlamentari. Anche in queste ore concitate Berlusconi detta la timeline delle decisioni più delicate da prendere e non rinuncia all’ottimismo. Tutto in sette giorni: «Per il bene del Paese assicuriamo che in una settimana votiamo la cancellazione della seconda rata Imu, la legge di stabilità, purché non aumenti la pressione fiscale, la cancellazione dell’Iva e poi torniamo al voto e vinciamo». Critico sulla tempistica e sulla messa a punto di questi impegni economici è Fabrizio Cicchitto, che al termine della riunione ricapitola così: «O congeliamo le dimissioni dei ministri e, così facendo, vengono meno le ragioni per un voto di fiducia, oppure il Pdl deve votare la fiducia». È l’unico modo, dal punto di vista delle procedure, «per fare ciò che Berlusconi ha detto e cioè votare delle misure in pochi giorni». Intanto, dai gruppi parte l’ ok per venerdì 4 ottobre alla manifestazione del Pdl in piazza Farnese.