Che orrore! Minzolini ha mangiato le mazzancolle
Al tempo di Dante Alighieri, i golosi finivano in un apposito girone infernale. Ai nostri giorni finiscono invece sulle pagine de Il Fatto Quotidiano. È quello che è capitato all’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, le cui ordinazioni al ristorante sono passate in rassegna in un articolo a firma Valeria Pacelli, che fa venire davvoro l’acquolina in bocca. Vi si raccontano infatti di pranzi e cene a base di ostriche, mazzancolle, sushi ed altre prelibatezze. Minzolini, come è noto, è stato prosciolto dall’accusa di peculato per aver sforato di 65 mila euro in 14 mesi il budget che gli era stato assegnato dalla Rai per le spese di rappresentanza. L’assoluzione dell’ex direttore, oggi parlamentare del Pdl, è motivata dal fatto che i giudici si sono convinti della sua buona fede, ritenenendo, Minzolini (in base a un accordo con l’ex dg Masi) di poter spendere fino a 5.200 euro al mese. Alla fine, l’accusa è caduta e il giornalista ha dovuto restituire i 65 mila euro all’azienda. Tutto bene dunque? No, perché il pm e i legali Rai hanno fatto ricorso e, non avendo niente di meglio da fare, hanno passato al setaccio le ricevute del ristorante esibite da Minzolini. E il quotidiano diretto da Antonio Padellaro c’è andato in brodo di giuggiole, sottolineando con sarcasmo «quanto fossero sofisticati i gusti dell’ex direttore», e rilevando con raccapriccio che nelle carte di Minzolini risulta «per ben 23 volte» il consumo di ostriche.
Non conosciamo i motivi di questo accanimento della Rai nei confronti di Minzolini, tanto più che il diretto interessato ha restituito la somma. Ci sembra in ogni caso singolare che, invece di pensare agli alti compensi delle vedette Rai, i suoi legali si mettano a frugare nei gusti gastronomici dell’ex direttore. Forse i dirigenti Rai stanno studiando una nuova dieta per i giornalisti, al fine di far loro assumere stili di vita più austeri. Via le mazzancolle e dentro i supplì, meglio se rancidi. E singolare è anche questa estensione al campo della gastronomia del neomoralismo di cui Il Fatto è il portabandiera indiscusso. Nulla di strano, del resto. Basta vedere Travaglio o Padellaro in tv e sono talmente tristi che , anche se ci troviamo all’ora di cena, l’appetito ci scompare immediatamente.