Crozza “promosso” in Rai? Attenti, potrebbe costarci un occhio della testa

20 Set 2013 16:58 - di Francesco Signoretta

Ma quale premio vogliamo dare a Crozza per essersi beccato i fischi al Festival di Sanremo a causa del solito tormentone contro il Cavaliere?  Quale atto di riconoscenza per essersi sacrificato in nome dell’antiberlusconismo? Ma sì, una bella “promozione” in Rai, così saranno contenti anche Fabio Fazio e la Littizzetto. Sono solo sospetti di chi è abituato a pensar male (e che molte volte ci azzecca), in fin dei conti non ci sarebbe nulla di male perché Crozza è un apprezzato professionista. Discorso diverso è quanto ci costa la sua “promozione”, specie in una stagione in cui siamo tutti chiamati a sacrifici enormi e a tirare la cinghia. Su questo bisogna fare chiarezza. Renato Brunetta ha presentato un’interrogazione  al presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Roberto Fico, per sapere  se è vero quanto ventilato dai giornali, e cioè che per il  il comico sia in ballo «un contratto della durata di due anni con un compenso compreso tra i quattro e i cinque milioni di euro». La Rai, essendo un’azienda pubblica a cui si paga il canone, ha l’obbligo morale di spendere con oculatezza. Dagospia ha già dato la notizia del passaggio di Crozza a Viale Mazzini per certa, ma il direttore di Rai1 Giancarlo Leone è intervenuto su Twitter smorzando i toni: «Se fosse vero lo avremmo annunciato noi. Dal dire al fare…». Una presa di posizione  che  arriva nel bel mezzo della polemica. Anche perché il Corriere della Sera fa sapere che a Saxa Rubra stanno accogliendo il comico a «braccia e portafoglio aperto». Il mercato, insomma – fa notare il quotidiano – è in crisi solo per i pesci piccoli. Comunque, se la notizia è fondata, presto dovrebbe arrivare la conferma. Per i contratti di importo superiore a 2,5 milioni, infatti, gli accordi non sono più di competenza del solo direttore generale  e debbono essere sottoposti al Consiglio di amministrazione. E che qualcosa bolla effettivamente in pentola  lo si capisce da quanto il direttore generale Gubitosi, pochi giorni fa, si è sbilanciato a dire: «Crozza in Rai? Magari… ne abbiamo molta stima ma al momento non c’è ancora nessun accordo». Un «non c’è ancora» che suona come una conferma al fatto che lo si stia cercando.

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