Csm, aperta un’istruttoria sul giudice Esposito. Ora rischia il trasferimento d’ufficio
Aveva anticipato di fatto le motivazioni della sentenza di condanna di Berlusconi. Ora la prima commissione del Csm ha avviato un’istruttoria sul caso del giudice Antonio Esposito, che aveva rilasciato un’intervista al Mattino pochi giorni dopo la camera di consiglio della Cassazione sul processo Mediaset. Un’intervista (quella del vabbuò) che aveva scatenato il putiferio.L’istruttoria ha come obiettivo di verificare eventuali estremi per chiedere il trasferimento d’ufficio per incompatibilità del presidente del collegio della Corte di Cassazione. Qualora non ve ne fossero, la pratica sarà archiviata. A sollecitare l’intervento del Csm sono stati i tre consiglieri laici di area Pdl, Zanon, Palumbo e Romano, i quali hanno evidenziato la “gravità” delle parole di Esposito. Non solo per «le ovvie considerazioni in ordine ai doveri di continenza e riservatezza in capo agli appartenenti all’ordine giudiziario», ma anche perché si tratta «del presidente del collegio giudicante che ha appena emesso una sentenza della quale ancora non sono state depositate le motivazioni». Di particolare gravità, hanno sottolineato ancora Zanon, Palumbo e Romano «appaiono le affermazioni relative al principio del “non poteva non sapere”, la cui contestualizzazione in una intervista dedicata pressoché interamente al cosiddetto “processo Mediaset” esclude che possano intendersi come considerazioni di carattere generale e astratto». Da fonti interne al Csm si apprende peraltro che sarà invece trattata in un altro procedimento la pratica a tutela richiesta dallo stesso Esposito per l’attività diffamatoria subita.