G20, missione fallita: nessuna decisione sulla Siria, troppo lontani Obama e Putin

6 Set 2013 16:44 - di Giorgia Castelli

Il G20 si conferma un fallimento: i grandi della Terra non hanno preso nessuna decisione su Assad. Nel comunicato finale non c’è infatti nessun riferimento alla crisi siriana. Al termine del vertice c’è stato un incontro a sorpresa di circa venti minuti tra Vladimir Putin e Barack Obama. Ma le divergenze sulla crisi restano. «Abbiamo passato tutta la serata a parlare di Siria, abbiamo finito all’una di notte», ha detto  Putin in conferenza stampa ribadendo che i paesi del G20 sono divisi fifty-fifty sull’intervento. Tra i favorevoli all’intervento il presidente russo ha indicato gli Usa, la Turchia, il Canada, la Francia, l’Arabia Saudita, precisando che anche il premier britannico Cameron si è pronunciato a favore benché il parlamento non abbia dato la sua approvazione; nel fronte del no ha citato la Russia, la Cina, l’Italia, l’India, l’Indonesia, l’Argentina, il Brasile, il Sudafrica, oltre al segretario generale dell’Onu. Dal canto suo, Obama ha ribadito che il regime di Assad con il suo utilizzo delle armi chimiche è una minaccia per la pace e la sicurezza mondiale e minaccia i paesi vicini. Se non si risponderà alla Siria «gli stati canaglia penseranno di poter usare armi chimiche senza conseguenze». E poi ha annunciato: «Mi rivolgerò dalla Casa Bianca al popolo americano martedì». Ma sul mancato risultato del vertice già scoppiano le polemiche. «Davvero molto “utili” questi summit mondiali in assenza di qualsiasi leadership autorevole. Il comunicato finale del G20  – osserva Maurizio Gasparri – non cita la Siria. Confermando le illusioni mondialiste di chi mitizza riunioni, “G qualcosa”, semestri di presidenze e quant’altro. Si registra l’impotenza dei summit continentali e planetari. Eventi ridicolizzati dal prevalere degli interessi delle singole realtà dei territori. Del resto, Cameron, Obama e altri non hanno il consenso dei propri parlamenti, difficile che possano dire qualcosa di condiviso a livelli più elevati. Enrico Letta difatti giovedì sera – conclude il vicepresidente del Senato – più modestamente ha rilevato via twitter la soddisfazione di aver visto servire alla cena dei presunti “grandi” un vino bianco italiano. A Pratica di Mare, in ben altri vertici, il vituperato Berlusconi fu il regista dell’accordo Russia-Nato. Non so che vino si bevesse. Dei summit di ora rimane solo il vino».

 

 

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