I No-Tav minacciano di marciare su Roma: vogliamo una giornata di “sollevazione generale”
Il rischio è quello di far vivere altre ore di incubo. L’annuncio già di per sé ha i toni di una minaccia, le parole ricordano il vecchio linguaggio dell’estrema sinistra: tutti pronti per una giornata di “sollevazione generale” in cui si trovino «fianco a fianco giovani precari ed esodati, sfrattati, occupanti, senza casa, migranti, studenti e rifugiati, no tav e cassintegrati, chiunque si batte per affermare i propri diritti e per la difesa dei territori». L’appuntamento è per il 19 ottobre a Roma, ed è stato lanciato nel corso di un assemblea al campeggio No Tav di Venaus, in Valle di Susa. L’appello alla mobilitazione è contenuto in un documento reperibile su internet. La manifestazione sarà preceduta da numerose iniziative. A Milano, il 15 settembre, si terrà un’assemblea di coordinamento che verrà replicata il 28 settembre a Roma. Il 12 ottobre è prevista «una giornata di lotta a difesa dei territori contro la privatizzazione dei servizi pubblici e la distruzione dei beni comuni». Per il 15 ottobre si annunciano «azioni dislocate nelle città per uno sciopero indetto dall’agenda dei movimenti trans-nazionali», il 18 «una manifestazione congiunta dei sindacati di base». Il tutto mentre ancora ci sono polemiche sugli ultimi episodi di violenza che hanno avuto come protagonisti i No-Tav. «Nei cantieri lavorano maestranze provenienti da tutta Italia e la loro preoccupazione per quanto sta accadendo in Valsusa preoccupa», ha detto il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Valerio Cattaneo, al termine della visita al cantiere del Tav di Chiomonte. «Sarà soddisfatto Erri De Luca – ha affermato invece Maurizio Gasparri – dell’azione terroristica realizzata dai No Tav in Piemonte dove sono state bruciate nelle ultime ore sette betoniere a colpi di molotov. Bisognerebbe a questo punto interrogarsi seriamente sull’atteggiamento più che ambiguo di presunti intellettuali che, memori del proprio ruolo di ex capi del servizio d’ordine di Lotta continua (servizio che in buona parte finì nelle Brigate rosse), hanno rilasciato dichiarazioni giustificazioniste nei confronti di chi promuove contestazioni molte volte andate ben al di là della legittima protesta. Chi oggi minimizza su violenze e contestazioni o addirittura le appoggia esplicitamente diventa corresponsabile di quanto sta avvenendo. Volano le molotov, si distruggono betoniere, si inducono imprenditori ad abbandonare il territorio. Non è il caso da parte della magistratura di interessarsi di questi personaggi anziché perdere tempo con altri argomenti?».