Il censore Ignazio Marino ordina: «Via i manifesti con la scritta “Io sto con Putin”, offendono i gay»
I muri di Roma sono, ancora per poco, tappezzati dalle centinaia di copie di un manifesto del Fronte Nazionale che inneggia a Putin. E sì, capita anche questo: gli ex della destra radicale che fu inneggiano a un ex ufficiale del Kgb. Ma non è questo il punto, anche se, diciamolo, come manifesto non è un granché: intabbarrato in un indumento nero, con la faccia affilata che spunta, Putin pare un orso siberiamo. E poi non è chiaro il messaggio. «Io sto con Putin». Che vuol dire? Forse allude al profilo “politicamente scorretto” del presidente russo. Forse al fatto che è un fiero oppositore all’intervento in Siria. O forse ancora alla sua amicizia con Berlusconi. Ad ogni buon conto, brutto o bello che sia, è un manifesto che non offende nessuno. Si limita semplicemente ad affermare una simpatia politica. C’è molto, molto di peggio sui muri di Roma.
Be’ , non ci crederete, ma questa innocua forma di comunicazione politica è caduta sotto gli strali dell’Inquisizione del sindaco Marino. E nel modo censorio più brutale. Dal Campidoglio è arrivato l’ordine: «Staccate quei manifesti!». Certe cose non accadevano nemmeno nella Berlino Est di Walter Ulbricht al tempo della guerra fredda. Accadono invece nella Roma di Ignazio Marino al tempo delle larghe intese. La motivazione ha dell’incredibile: «Oltre ad essere stati affissi abusivamente e al di fuori degli spazi consentiti – spiega il vicesindaco Luigi Nieri su Facebook – recano un chiaro messaggio omofobo che Roma non intende tollerare». Dove sia il messaggio omofobo è cosa che sia Marino sia il suo staff di apparatnik ex-Pci ci dovrebbero davvero spiegare. Perché le recenti polemiche sulla legge contro la “propaganda omosessuale” nei confronti dei minori approvata dalla Duma – ammesso e non concesso che si tratti di un provvedimento realmente “omofobo” – non possono certo identificare il profilo di Putin in quanto tale. Anche perché in questi giorni il presidente russo è su tutte le prime pagine del mondo per ben più gravi motivi, legati ai venti di guerra che spirano sul Medio Oriente. Quindi, piaccia o non piaccia, la decisione di Marino -visto che il manifesto del Fn non contiene alcuna ingiuria, neanche indiretta e nessun incitamento all’odio razziale, neanche indiretto – è in palese violazione dell’articolo 21 della Costituzione, che così recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Nel trasloco in Campidoglio, il Sindaco Marino ha evidentemente dimenticato di portare con sé una copia della Carta dei diritti e dei doveri dei cittadini italiani.