Il vizietto della sinistra: chinare il capo davanti ai “potenti”. Il Pdl: «Basta, siamo un Paese sovrano»

19 Set 2013 18:55 - di Gabriele Farro

Da una parte l’antico vizietto della sinistra, di farsi dare un aiutino dall’estero nel tentativo di capovolgere le situazioni (a partire dai “consigli” dati ai giornali internazionali vicini per finire con le intrusioni di alcuni personaggi nelle cose italiane). Dall’altra l’abitudine, sempre della sinistra, di chinare il capo di fronte agli euroburocrati, ai banchieri, ai poteri forti e soprattutto a chi segue la loro stessa linea ma ha incarichi superiori. Proprio per questo, le parole di Olli Rehn contro la cancellazione dell’Imu sono state accolte quasi con un brindisi dal Pd. Ma è evidente che i torni non contano e continuano le reazioni del centrodestra. «Siamo un Paese sovrano, tra i fondatori dell’Europa, non commissariato e come raggiungere quel 3% e le politiche industriali lo decide l’Italia e non un commissario», ha puntualizzato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. «L’unica priorità che abbiamo è di tornare a far crescere il Paese. Il rigore senza crescita non ci porta da nessuna parte. Siamo convintamente in Europa – ha aggiunto – ma poi ogni Paese deve intervenire all’interno di una politica comunitaria complessiva individuando caratteristiche specifiche». Stesso discorso sull’Iva. «Cosa è cambiato in poche ore? – si è chiesto Daniele Capezzone – questa improvvisa impuntatura avviene subito dopo il colloquio tra Saccomanni e il commissario europeo Rehn, che aveva appena rimproverato apertamente all’Italia per aver osato cancellare l’Imu sulla prima casa. Bisogna davvero arrendersi al fatto che il governo italiano si debba piegare ai diktat di un commissario europeo, pur essendo appena uscita dalla procedura di deficit eccessivo?». Una domanda a cui la sinistra non risponde. Perché perderebbe la faccia.

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