Letta contro Renzi: il mio governo non perde tempo. E Augello svela: il Cav sta decidendo se staccare la spina
Quello appena trascorso è stato un altro giorno di sofferenza e mal di fegato per il premier Enrico Letta, costretto a difendere il suo governo dal fuoco amico del proprio partito, con Renzi a punzecchiarlo quotidianamente con le sue battutine ed Epifani a gettare benzina sul fuoco del confronto a distanza con il Pdl. Ecco perché Letta, oggi, ha smesso per un attimo i panni del buonista invitando tutti ad assumersi le proprie responsabilità. «Non possiamo essere io e il presidente della Repubblica gli unici parafulmini. Occorre da parte di tutti una partecipazione alla responsabilità», ha detto il premier a Porta a Porta. Letta ha difeso il suo governo delle “larghe intese” lanciando appelli sulle riforme e non lesinando critiche alla sinistra: «Non so ancora perché mi trovo a svolgere questo ruolo di premier, ma c’ero anche prima in Parlamento. E ho fatto anche errori. Un errore fu fatto nel 2001 dal centrosinistra che fece la prima riforma a maggioranza, introducendo la riforma del titolo V, che ha incasinato il nostro sistema istituzionale in modo spaventoso», ammette candidamente il premier, che invita le forze politiche a guardare in faccia la realtà. «A marzo e ad aprile eravamo in bilico, e quelle condizioni non sono venute ancora meno. Con tre o quattro poli, com’è adesso, andare al voto con questa legge elettorale, vuol dire riconfermare al Senato a situazione di impasse». Letta, però, non ci sta ad assecondare le accuse che gli arrivano dal suo rivale interno, Matteo Renzi, che parla di lui come di un coltivatore di “poltrone”. «Non sopporto la falsità secondo la quale in questi quattro mesi abbiamo girato i pollici. Non ho mai pensato di lasciare vista la fiducia del parlamento e la spinta del presidente della Repubblica; ma se verificassi che la mia permanenza peggiorasse la situazione e consentisse ad altri di nascondersi dietro un alibi, non esiterei alle scelte conseguenti».
Sul voto in giunta di mercoledì sulla decadenza del Cavaliere, Letta parla chiaro: «La tenuta del Governo dipende da tante cose, non solo dalle scelte di Berlusconi. Però da alcune settimane si è alzato il livello dello scontro tra i partiti. Ci saranno anche dei motivi – ha proseguito – ma non si può chiedere solo al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica di reggere, mentre tutti si danno botte da orbi». Il premier poi annuncia interventi per ridurre le tasse sul lavoro e aumentare i soldi in busta paga, ma non si sbilancia sul possibile aumento dell’Iva.
Oggi, intanto, nella giunta per le elezioni è ripresa la discussione sulla decadenza di Berlusconi, che si chiuderà domani sera, mentre mercoledì mattina ci sarà la replica del relatore e quindi il voto. Pronta la proposta targata Cinque Stelle di modifica del Regolamento del Senato che ha l’obiettivo di archiviare il voto segreto. Ma intanto Andrea Augello, il relatore del Pdl, entrando in Giunta ha riacceso la luce sul futuro del governo spiegando che il Cavaliere starebbe riflettendo “su una decisione importante da assumere: se confermare la fiducia, se rimanere in carica, se aspettare il voto”.