«Momento drammatico per la Marina italiana. Siamo con gli stipendi bloccati e senza nuove navi»

9 Set 2013 16:50 - di Redazione

«La Marina attraversa oggi uno dei momenti più difficili della sua storia postbellica. A causa della progressiva scomparsa della flotta, dovuta al protrarsi del sottofinanziamento di programmi di costruzione navali». Lo ha detto nel corso del suo discorso l’ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina militare, oggi a Brindisi, durante la cerimonia in memoria dei marinai scomparsi in mare. «Si tratta di una sfida di proporzioni grandissime – ha proseguito – perché coincide con una situazione di estrema difficoltà economica e sociale che il nostro Paese attraversa, e tuttavia l’obbligo che noi abbiamo verso la nazione e verso i nostri caduti ci impone di non dare tregua su questo aspetto, perché l’Italia non può non avere una Marina degna di questo nome. Tutte le nostre energie saranno devolute a trovare le energie, le risorse e il consenso a livello nazionale affinché la nostra Marina possa rinascere e continuare a essere uno strumento operativo efficace al servizio del Paese».

Secondo De Giorgi, «il nostro personale militare e civile, la seconda colonna della Marina insieme alle navi della Marina militare, è ancora oggi soggetto a un blocco delle retribuzioni, incluse quelle per l’avanzamento. A fronte di aumenti di responsabilità – ha aggiunto – non corrisponde alcun incremento stipendiale e le conseguenze sono avvertite in maniera drammatica soprattutto nei gradi più bassi che già percepiscono retribuzioni minime». Inoltre,  «un altro problema non più rinviabile è rappresentato dal blocco del turn-over che sta comportando la progressiva capacità di perdita produttiva e di know-how dei nostri arsenali. Si tratta di un patrimonio prezioso e irrinunciabile, assai difficile da ricreare una volta perduto. Sono questi i due aspetti che auspichiamo che il Parlamento affronti in maniera organica dando un orizzonte almeno decennale alle proprie decisioni, perché il coinvolgimento decennale della nostra industria consentirà di sviluppare nuovi progetti, di dare un impulso allo sviluppo non solo all’industria della cantieristica ma anche a un indotto amplissimo».

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