Papa Francesco sferza i vescovi. «Non siate carrieristi, andate in mezzo alla gente»

19 Set 2013 16:28 - di Redazione

«Vescovi, andate in mezzo ai vostri fedeli, e non assumete la mentalità dei principi». È rivolta alle figure centrali nella struttura della Chiesa l’ultima sferzata di Papa Francesco, e, come accaduto in precedenti occasioni, le sue  parole lasceranno sicuramente il segno. I vescovi non devono essere uomini «ambiziosi», che cedono allo «spirito», anzi al «cancro», del «carrierismo». Devono essere invece «pastori con l’odore delle pecore», pronti ad «accogliere tutti per camminare con tutti» e a scendere nelle «periferie esistenziali», dove c’è «sofferenza, solitudine, degrado umano». Le raccomandazioni rivolte dal Pontefice ai vescovi di prima nomina, partecipanti al convegno delle Congregazioni per i Vescovi e per le Chiese orientali, contengono alcune delle parole d’ordine più tipiche del pontificato di Bergoglio e della sua visione di una Chiesa votata esclusivamente al servizio e a uno stile austero. «Siate pastori con l’odore delle pecore , presenti in mezzo al vostro popolo come Gesù Buon Pastore». «Non chiudetevi! – ha raccomandato – Scendete in mezzo ai vostri fedeli dove c’è sofferenza, solitudine, degrado umano». A proposito dello «stile di servizio al gregge», Bergoglio ha avvertito poi che esso dev’essere «quello dell’umiltà, direi anche dell’austerità e dell’essenzialità». «Noi Pastori – ha spiegato con parole molto significative – non siamo uomini ambiziosi, che sono sposi di una Chiesa, nell’attesa di un’altra più bella, più importante o più ricca». «Ma questo è uno scandalo!», ha aggiunto. È come essere sposati, vivere con la moglie, ma guardare a una donna «più bella». E se questo è «peccato di adulterio», c’è anche un «adulterio spirituale».

Il Papa ha sottolineato fortemente anche la necessità di «rimanere con il gregge», quindi della «stabilità», del «rimanere nella diocesi senza cercare cambi o promozioni». E in un mondo in cui gli spostamenti e i viaggi sono di grande facilità, ha osservato, «evitate lo scandalo di essere vescovi da aeroporto». Bisogna state vicini ai propri diocesani, assentarsi solo «per lo stretto tempo necessario e non abitualmente», perché «l’antica legge della residenza non è passata di moda!». Ed essere «pastori accoglienti, in cammino con il vostro popolo».  Bergoglio, in nome di una Chiesa governata il più possibile collegialmente, non ha mancato di toccare il punto della «comunione nel Collegio episcopale e con il vescovo di Roma». «Questo formare un unico corpo  – ha esortato – vi orienti nel vostro lavoro quotidiano e vi spinga a chiedervi: come vivere lo spirito di collegialità e collaborazione nell’episcopato? come essere costruttori di comunione e di unità nella Chiesa che il Signore mi ha affidato?». Il vescovo, ha sancito il Pontefice, «è uomo di comunione e di unità». Papa Francesco ha parlato con chiarezza e semplicità. Ma il suo discorso contiene un’anima d’acciaio. È un messagio nuovo? No, è il messaggio di sempre della Chiesa. Solo le parole e l’approccio sono nuovi. Straordinariamente.

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