Pdl primo partito nelle intenzioni di voto. E il suo fondatore lo vuole rottamare?

4 Set 2013 19:07 - di Marcello De Angelis

Non per fare il Pierino, ma vale la pena di concedersi un supplemento di riflessione sull’annoso “ritorno a Forza Italia”. Potrebbe certo sembrare tardivo visto che la nostra estate è già stata turbata da manifesti o addirittura banner aviotrasportati che annunciavano il “ritorno” come cosa fatta. Forse, inoltre, come dicono i più intelligenti, le ragioni per cui si dovrebbe archiviare il Pdl e rilanciare un partito di venti anni fa non sono quelle ufficiali o note e allora lì uno alza le mani. Fatto sta che, spogliandosi delle passioni dei tifosi, il dato che il Pdl – in seguito alla condanna di Berlusconi oltreché ovviamente all’ottenuta abolizione dell’Imu – sia ritornato in testa al gradimento dell’elettorato italiano, fa un po’ a cazzotti con qualunque progetto di cancellazione o di stupro di questo grande cartello. Se il senso è prendere più voti, meglio un partito diffuso che è in testa nei sondaggi (quello Ipr ne è una prova) che il rilancio di una esperienza parziale ancora tutta da testare. Altra cosa ovviamente sarebbe una Forza Italia componente del Pdl come per capirci altre formazioni già esistenti, ma solo se Berlusconi è il leader di tutti e non solo di Forza Italia. Ma allora a quel punto avrebbe senso questo ritorno indietro? Non sarebbe più logico continuare con il Pdl con tutti dentro senza scatenare faide sui territori tra figli e figliastri, senza consegnare mandati in bianco a cavalli senatorii che, come e peggio di quanto accaduto, gestirebbero il nuovo-vecchio partito come una catena di franchising, impennandosi sul nome di Berlusconi (ma vieppiù nascondendocisi dietro)?. Pare che ci siano anche dei sondaggi che sostengono che l’82 per cento degli attuali elettori del Pdl vedrebbe con favore un ritorno al vecchio conio. Ma allora perché scontentare il restante 18 per cento? Tanto quell’82 ti vota sia che ti chiami Pdl che Forza Italia. Meglio 100 moderatamente soddisfatti che 82 entusiasti e 18 delusi. O no? E forse magari il senso della politica sarebbe quello di andare a recuperare quegli altri milioncini di elettori che votavano il Pdl e a hanno disertato le urne. Non è che quelli ci tornano se gli riproponi Forza Italia. Senza volersi sostituire agli esperti di marketing – che ormai sembra abbiano preso il posto dei politici – facendo i conti della serva sarebbe meglio tenersi il consenso che il Pdl ha già e correre dietro ai suoi ex elettori: 100 più uno fa 101, 100 meno 18 fa 82. Con quale delle soluzioni si vince di più?

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