Renzi e Monti, nasce la love story tra il rottamatore belloccio e il rottamato

13 Set 2013 20:58 - di Francesco Signoretta

Non si sa come l’abbia presa Renzi. L’uomo che sta costruendo la sua fortuna sulla parola “rottamazione” (anche se è inciampato più volte in gravi contraddizioni) e che ha gridato a mari e monti di voler fare piazza pulita di tutti i vecchi arnesi, è diventato simpatico – per così dire – a Mario Monti. E cioè al personaggio che più incarna quel che il sindaco di Firenze, almeno a parole, detesta e vuole rispedire a casa. Non si sa che cos’abbiano in comune i due, sta di fatto che il Professore ha confessato di guardare «con interesse» a Renzi e alla sua «volontà di cambiare il Pd per cambiare l’Italia, entrambi obiettivi molto ambiziosi». Sia chiaro, ha aggiunto l’ex tecnopremier, non ci sono ancora alleanze in vista perché Scelta civica non si schiera «né con la destra né con la sinistra», però… mai dire mai. E tanto per non smentirsi ha specificato: «A livello nazionale siamo più interessati a costruire e attuare le politiche giuste per evitare il declino dell’Italia». Un esempio? Domanda fin troppo ovvia: non sopporta «le concessioni al Pdl in materia di Imu» perché creano difficoltà sul fronte del deficit. Cambiando i fattori il prodotto non cambia: la parola d’ordine è stangare, stangare, stangare. Forse è la stessa parola d’ordine di Renzi che inizia col voler stangare la classe dirigente del Partito democratico per poi stangare gli italiani con la stessa filosofia montiana. Non a caso il Professore ha cambiato cavallo su cui puntare: con Casini c’è un’evidente freddezza, si ignorano, nessuno dei due fa visita alla kermesse dell’altro, hanno strategie diverse. Il leader Udc preferisce restare nell’ambito del Ppe, il leader di Scelta civica balbetta, non scopre le carte e strizza l’occhio a Renzi. Che – come rottamatore – potrebbe trovarsi a dare spazio a un ex tecnico prestato alla politica, che non solo non ha ceduto alle pressanti richieste politiche e del web di dimettersi da senatore a vita, ma si è rallegrato per la nomina di altri senatori a vita. Troppo persino per il buon Matteo. A questo punto a Renzi non resterà che rottamare… se stesso.

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