Se aumenta l’Iva una stangata da 100 euro a famiglia. Ma il Pdl frena: lavoriamo per fermare i “tassaroli”
«Siamo la sentinella antitasse del governo e lavoriamo perché le tasse non aumentino e la prima tassa a non dover aumentare adesso e’ l’Iva»: così il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha detto arrivando a un convegno a Milano per la nascita di Forza Italia. «Noi siamo per non fare aumentare l’Iva – ha aggiunto – e crediamo che possa essere un obiettivo condiviso dal governo e pensiamo anche che un miliardo nelle casse dello Stato sia possibile trovarlo». E dunque «lavoriamo – ha aggiunto – perché non si aumenti l’Iva». Se aumenta l’Iva, per le famiglie italiane sarà un salasso di circa cento euro all’anno. A fornire la stima, la Cgia di Mestre. Le famiglie residenti a Bolzano avranno un aggravio medio annuo pari a 135 euro. Seguono quelle venete, con 113 euro, quelle emiliano-romagnole, con 111 euro e quelle lombarde, con 108 euro. Le realtà meno colpite, invece, saranno quelle del Sud: in Calabria l’aumento medio annuo per nucleo famigliare sarà di 59 euro, in Sardegna di 57 euro ed in Sicilia di 50 euro.
Un aut aut arriva anche dalla portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati Mara Carfagna, che replica al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni che ha parlato di “problema politico”: «Se il problema è politico è bene che, quanto prima, la politica lo risolva. I tempi stringono. A fronte di una nostra posizione ferma contro ogni aumento delle imposte, dal Pd giunge una polifonia stonata che di fatto sta mettendo a repentaglio il futuro del governo. I “tassaroli” si rassegnino – conclude Carfagna -, non c’è posto per loro in questa maggioranza e in questo governo». Le fa eco Maurizio Gasparri: «Il partito delle tasse, guidato da Saccomanni e dal Pd, tenuti al guinzaglio dall’arrogante Rehn, sta rovinosamente perdendo un’altra battaglia sbagliata. Dopo l’abolizione dell’Imu sulla prima casa ora si sancirà che l’Iva non va aumentata. Merito del nostro partito, dei nostri gruppi parlamentari, dei nostri ministri, della determinazione di Berlusconi e della fermezza di Alfano sui temi economici». Per il vicepresidente del Senato «non ci sono alibi. Tra l’altro è noto che più aumenta l’Iva meno incassa lo Stato. Quindi la copertura servirebbe in caso di aumento, non nel caso in cui le aliquote restino ferme. Se il governo dovesse andare avanti per la guida delle politiche economiche serve un altro profilo. Inadeguati burocrati vanno bene per aprire lo sportello a qualche loro pari europeo, non per guidare politiche coraggiose».