Superiamo la diaspora della Destra: troviamo l’unità su un programma condiviso

13 Set 2013 18:23 - di Oreste Martino

Dopo mesi di dibattiti spontanei in giro per l’Italia e dopo il refrain giornalistico sulla cosiddetta “Cosa nera” domenica prossima si comincia a entrare nel vivo della discussione sul futuro della destra italiana e sulla soluzione da trovare alla diaspora degli ultimi anni. Dopodomani, infatti, si terrà alla festa romana “Atreju” un dibattito sul tema “La cosa vera. Idee e progetti per un centrodestra a testa alta” e sarà certamente l’occasione per riflettere su quel che è stato e su quel che sarà. È importante che ciò avvenga in casa di “Fratelli d’Italia”, unico soggetto post-diaspora a essere in Parlamento e certamente quello più presente sullo “scaffale” della politica attuale ed è importante che si cominci a fare sul serio proprio nel momento in cui sta per cambiare il centrodestra italiano.

Dopo l’ingresso di Alleanza Nazionale nel Pdl si è verificato il “tana liberi tutti” di un mondo che aveva fatto un percorso glorioso lungo mezzo secolo. C’è chi è rimasto accanto a Berlusconi convinto che sia l’interprete della vera destra, chi ci è rimasto turandosi il naso in attesa di scenari futuri, chi si è sganciato restando però alleato del Cavaliere e chi nello sganciarsi ha sbandato anche nei messaggi ideologici e politici, come nel caso di Fli, che ha dato l’impressione di uno sbandamento a sinistra, e della Destra che viceversa è sembrata sbandare troppo verso una destra del passato.

Ora che le vicende giudiziarie e politiche di Silvio Berlusconi lo porteranno volente o nolente a uscire di scena (anche se non sono chiari i tempi e il percorso della chiusura della sua parabola ventennale) sarà inevitabile la riorganizzazione del centrodestra italiano. La vecchia “Casa delle libertà” era un solido tavolo a quattro gambe, con la gamba liberale di Forza Italia, quella nazionale di An, quella cattolica dell’Udc e quella autonomista e federalista della Lega. Per ricostruire il centrodestra ampiamente maggioritario serve la riedizione aggiornata del vecchio schema e la rinascita di Forza Italia certamente aiuta il percorso. Se a breve partirà la campagna per riportare gli elettori allo schema precedente il lavoro di comunicazione del Cavaliere aiuterà anche chi vuol rifare la destra che fu Alleanza Nazionale, a prescindere dal simbolo e dal nome con cui si vorrà presentare. Il vecchio simbolo forzaitaliota sarà utile a Berlusconi a recuperare il suo consenso, ma il centrodestra per vincere avrà bisogno anche che gli altri recuperino il loro vecchio bacino elettorale. Lo può fare la destra riunendosi su solide basi programmatiche, lo può fare l’Udc ritornando nell’alveo dell’area moderata e lo può fare la Lega ritrovando smalto con un nuovo segretario forte e credibile come il sindaco di Verona Flavio Tosi.

Tra l’altro c’è a portata di mano una splendida tappa intermedia rappresentata dalle elezioni europee, che non avendo vincolo di coalizione e candidato premier sono l’occasione per far valere l’identità delle singole forze.

Ecco perché il dibattito di domenica ad Atreju potrebbe essere l’avvio concreto di un percorso capace di superare la diaspora della destra unendo tutti, senza se è senza ma, su un programma condiviso rispetto al quale ci si deve impegnare a non sbandare più.

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