Un imprenditore parla in tv e i No-Tav lo puniscono: attentato contro la sua azienda

12 Set 2013 16:41 - di Liliana Giobbi

Nuovo attentato verso una delle ditte che lavorano al cantiere della Torino-Lione. Si tratta dell’Italcoge di Susa, nella cui cava è stato dato alle fiamme un cassone contenente materiale plastico. Gli autori del gesto hanno anche tentato di incendiare le gomme di una pala meccanica già incendiata nel 2012 e da allora non più utilizzata. Davanti al mezzo, imbrattato con la scritta “No Tav”, sono stati trovati bossoli di lacrimogeni. Indagano i carabinieri. L’imprenditore Ferdinando Lazzaro, uno dei fratelli titolari dell’Italcoge, poche ore prima era stato ospite negli studi Rai di Roma della trasmissione Virus, in parte dedicata alla situazione in val Susa. Il sospetto è che proprio per questo sia stata colpita la sua azienda.

«Delinquenti che compiono azioni terroristiche», così il ministro Maurizio Lupi ha definito gli autori degli attentati in Val di Susa, in un’intervista al TG2 Rai. «Stiamo collaborando con la Procura di Torino e con il procuratore Caselli perché queste minoranze violente vengano isolate. Il loro ricorso alla violenza è il segno che sono già sconfitti». Ai sindaci della Valle contrari alla Tav che chiedono la riapertura di un «confronto tecnico» sull’opera, il ministro risponde che «il luogo di questo confronto c’è già, l’Osservatorio sulla Torino-Lione, che ha fatto 208 incontri e audizioni. Grazie a questo confronto il tracciato venne modificato radicalmente nel 2006. Ora la vera condanna della violenza, la migliore risposta ai violenti è la realizzazione dell’opera».

Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Eleonora Pappalettere i tre attivisti No Tav agli arresti domiciliari per l’aggressione a una cronista di Repubblica durante una manifestazione al cantiere di Chiomonte. Uno di loro, Giuliano Borio, ha dichiarato spontaneamente di non essere stato vestito come descritto dalla vittima in sede di denuncia. Per questa ragione, i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno chiesto l’incidente probatorio con riconoscimento da parte della vittima.

 

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