«Vota Antonio La Trippa», così la sinistra rifila il bidone e dice di fare il bene del popolo
«Vota Antonio, vota Antonio». Basterebbe Totò per spezzare, con una delle sue battute, le trame della sinistra che – dopo aver accusato per vent’anni Berlusconi di essere sempre in campagna elettorale – non ha mai smesso di pensare alle urne e a come raggranellare voti. Il Pd sta tormentando da settimane l’opinione pubblica proprio come Antonio La Trippa, nel celebre film, tormentava i condomini suonando la carica e urlando i suoi slogan dal balcone con l’aiuto di un imbuto a mo’ di megafono. Il tutto mentre, paradosso dei paradossi, il premier si chiama Enrico Letta ed è un esponente del Partito democratico. C’è Renzi che, tra uno show, un’esternazione regalata su un piatto d’argento ai giornali “amici” e uno scambio acido di “complimenti” gira l’Italia come nelle migliori tradizioni delle campagne elettorali. C’è D’Alema che fa da controcanto e a modo suo, attraverso l’approccio delle primarie, lancia i suoi spot propagandistici. Non a caso il senatore Enrico Buemi, socialista eletto nelle liste del Pd, giorni fa ha lasciato la Giunta delle immunità del Senato, accusando alcuni esponenti del suo stesso schieramento politico di «manovre per far cadere il governo delle larghe intese». Pensano che – dopo aver eliminato Berlusconi dalla scena politica con una prevaricazione politico-giudiziaria – la strada sia tutta in discesa. Altra sceneggiata: Guglielmo Epifani tuona contro gli «irresponsabili» che vogliono affossare Letta e andare alle elezioni, mentre i suoi lavorano proprio per questo obiettivo. Le chiacchiere stanno a zero e non convincono più nessuno. Il problema è che il gioco è sin troppo scoperto e allora nel Pd cercano di cambiare le carte in tavola, sostenendo la bizzarra tesi «non siamo noi in campagna elettorale perenne ma il centrodestra». Difficile però che possano dirlo Renzi o Epifani. Quindi il tentativo è affidato a un figlio di un dio minore, il deputato piddì Davide Ermini, che prende di mira il capogruppo del Pdl: «Ma Brunetta durante il giorno fa solo comunicati contro Renzi o ogni tanto si ricorda di fare il suo lavoro da parlamentare? I comunicati fotocopia del Pdl sono ridicoli». Come dire, invece di lavorare fa campagna elettorale e così fa il Pdl. Una dichiarazione di per sé assurda, anche perché di Brunetta tutto si può dire tranne che non lavori a Montecitorio. La storia di questi ultimi venti anni, però, ci ha insegnato che la sinistra alza sempre cortine fumogene di cui finisce per rimanere prigioniera e lo è anche adesso. Nonostante continui a urlare «Vota Antonio La Trippa» e a trasformare la politica in un film. In bianco e nero.