Amnistia e indulto, la Cancellieri si ispira a Togliatti e annuncia una legge che non salverà Berlusconi
«Ho idee chiare sulla legge da proporre su amnistia e indulto». E in queste idee non rientra il salvataggio di Berlusconi. Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, su Radio24, stamane ha illustrato la sua proposta su come venire incontro alla sollecitazione di Napolitano con un provvedimento che rimetta in libertà almeno 20mila detenuti, come avvenuto in casi precedenti. «Berlusconi è fuori?», gli ha chiesto Minoli. «Sì, penso proprio di si», ha detto il ministro. Ma Napolitano ha troppo potere?, ha chiesto ancora Minoli. «No, Napolitano non ha troppo potere», ha aggiunto Cancellieri, assicurando di non aver ricevuto pressioni dal Colle. «Il presidente – ha detto – vuole la forza di ragionare insieme, come accadde per il terrorismo, di ritrovare unità di intenti”. Un intento di pacificazione che richiama l’amnistia che fece Togliatti. Allora – ha osservato il Guardasigilli – il Paese doveva ripartire, la situazione era estremamente dolorosa. Ora è meno dolorosa, ma se un provvedimento di clemenza serve per il Paese, va fatto. Quella di Togliatti è una linea: ho una sua foto nel mio ufficio», ha detto inoltre il Guardasigilli. Con l’amnistia di Togliatti, però, uscirono dal carcere anche assassini, stupratori, ladri. «No – ha assicurato Cancellieri – assassini, stupratori, ladri non lasceranno mai il carcere». A Berlusconi il ministro riconosce solo le tesi sulla politicizzazione di una parte dei magistrati. «La giustizia spettacolo è un problema: in questi anni ci sono stati eccessi, momenti pesanti, ma non dimentichiamo quello che ha funzionato.”Tortora è il caso che ha fatto più male, il primo e il più doloroso. Poi ce ne sono stati altri, ma non facciamo nomi», ha aggiunto. La violazione del segreto istruttorio: è un problema?, le è stato chiesto. «Sì, lo è», ha risposto il ministro.