«Azzerare i vertici e andare subito a congresso». Nel Pdl è confronto sulla proposta di Fitto
«Sono contrario alla nascita di un neocentrismo, che si aggreghi e che si accodi alla sinistra. In quel passaggio sono d’accordo con Fitto, completamente d’accordo. Ma io sono anche per tenere insieme il partito». Così Altero Matteoli, interviene nel dibattito interno al Pdl. Per l’ex ministro dei Trasporti, «Cicchitto sbaglia quando dice di no al Congresso. Va naturalmente preparato, ma i congressi sono la linfa vitale dei partiti. E l’unità deve essere sancita anche attraverso questo passaggio». Un dibattito interno che vede intervenire molti esponenti del partito. «Trovo davvero assurdo che in questa delicata fase politica ci sia chi pensa di aprire una frattura tra i dirigenti del Pdl attraverso una ignobile quanto falsa conta tra leali al Presidente Berlusconi e non», commenta in una nota Barbara Saltamartini del Pdl. «Su questo punto – aggiunge – è bene fare chiarezza assoluta. Nessuno nel Pdl pensa, anche soltanto lontanamente, di poter fare a meno della leadership del nostro Presidente, e questo a prescindere dalla posizione con cui continuerà a guidare il nostro partito e il centrodestra. In tal senso chiunque giochi su questo é evidente che punta a dividerci. Questi signori – conclude – sappiamo che sulla leadership di Silvio Berlusconi non ci sono tentennamenti, senza se e senza ma». Sulla linea di chi chiede il congresso c’è Renata Polverini. «Abbiamo chiesto il congresso perché se vogliamo costruire un Pdl serio e concreto è proprio da lì che dobbiamo ripartire e per due motivi: non soltanto perché la nuova classe dirigente deve passare per il merito e il consenso, ma sopratutto per la fase che riguarda temi sui quali il Pdl vorrà pesare su questo governo di larghe intese. O siamo in grado di rimettere al centro dell’agenda anche i nostri temi economici e sociali oppure rischiamo che quel 20 per cento di potenziale elettorato scivoli ancora più in basso». Sul discorso delle percentuali elettorali interviene anche Andrea Augello: «Il Pdl è arrivato a quel risultato del 26 percento – dice il senatore del Pdl intervenendo ad Agorà, su Rai Tre – partendo dal 21 ottenuto alle Politiche, entrando nel Governo e prendendo una serie di decisioni. Questo è stato apprezzato dai cittadini. Poi non so se Alfano o Giovanardi cavalcheranno in maniera particolarmente irruenta questa scena. Quello che so per certo è che abbiamo perso quattro punti per aver tentato di far cadere il Governo. E io non lo volevo certo far cadere». Più decisa la posizione di Renato Brunetta: «Con Berlusconi, con Alfano, dalla parte del Paese – dice il capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati – dalla parte di dieci milioni di italiani che ci hanno votato. Per avere più crescita, più posti di lavoro, meno tasse sul lavoro, meno tasse sulle imprese, niente Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli. Ecco, la nostra linea guida è il programma».