Crozza resta a La 7. Niente Rai per il comico genovese finito nel mirino dei cachet d’oro

17 Ott 2013 13:33 - di Romana Fabiani

Alla fine il grande annuncio non c’è stato e lo tsunami previsto  si è rivelato una piccola raffica di vento. Maurizio Crozza resta a La 7 e rinuncia a viale Mazzini. Dopo giorni di anticipazioni, smentite e polemiche sui compensi stellari dei conduttori Rai, è arrivata la notizia ufficiale. «Crozza resta con noi», ha annunciato soddisfatto Urbano Cairo, patron della rete televisiva in una conferenza stampa a Milano. Il comico superstar de La 7 e traino per Ballarò, infatti, era in trattativa con la Rai per passare alla rete pubblica a partire dalla prossima primavera, ma l’accordo è via via naufragato per volontà del comico, «per la Rai – ha detto caustico – potevo essere come il maiale per un macellaio, un investimento». È stato il diretto interessato a far saltare una trattativa ben avviata a cui viale Mazzini teneva molto tanto che avrebbe sborsato più di quanto le è costato tenersi nella scuderia Fabio Fazio. Un epilogo al quale il comico genovese ha dedicato, a denti stretti,  l’ultima copertina di Ballarò vestendo i panni di Renato Brunetta, il primo a denunciare gli sprechi e i compensi d’oro di mamma Rai.

Il rinnovo del contratto con La Sette «sarà di tre anni in esclusiva totale – spiega Cairo  –  fatti salvi però gli impegni che già il comico ha». Bocche cucite sul cachet per il nuovo contratto, dopo le otto-nove puntate dello show già previsto, Crozza inizierà un programma su La Sette a partire dalla prossima primavera. È valzer di cifre, invece, sul “mancato guadagno”. Si era parlato di quasi mezzo milione a puntata, secondo le anticipazioni del Giornale che hanno mandato all’aria il tavolo, ma il manager di Crozza smentisce. «Nell’ipotesi di un programma in Rai avrebbe percepito 110 mila euro a puntata: i numeri enormi che sono state dette non attengono alla realtà», dice Beppe Caschetto, «per ogni intervento a Ballarò riceve un compenso modesto: 2.500 euro a puntata». E allora perché è finita male? «C’è stata una trattativa con tutte le piattaforme generaliste italiane – risponde l’agente – l’offerta di Mediaset è stata importantissima, ma Urbano Cairo è quello che lo ha voluto davvero, gli altri lo volevano ma…».

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