Datagate, Berlino convoca l’ambasciatore Usa. E a Bruxelles Merkel e Hollande coordinano la reazione
Non è bastata la telefonata di ieri tra Angela Merkel e Barack Obama a chiarire la faccenda delle intercettazioni telefoniche a cui la cancelliera sarebbe stata sottoposta da parte della National Security Agency. Nonostante le rassicurazioni di Washington sul fatto che «gli Stati Uniti non monitorano e non monitoreranno le sue conversazioni telefoniche», oggi il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha convocato l’ambasciatore Usa a Berlino per «spiegargli chiaramente – ha detto un portavoce – la posizione del governo federale» tedesco.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Difesa, Thomas de Maiziere, che in un’intervista ha spiegato di immaginare «da anni che il mio cellulare venga spiato, ma certo non pensavo che fossero gli americani». «Se è vero ciò che sentiamo sarebbe davvero brutto, gli americani sono e rimangono i nostri migliori amici, ma questo non va», ha aggiunto de Maiziere, per il quale la vicenda non può passare come se nulla fosse. A pensarla così non è solo lui: Berlino ha annunciato che l’organo di controllo parlamentare si riunirà in seduta straordinaria nel pomeriggio di oggi per esaminare il caso. E ci si aspetta che, sempre oggi, la questione sia affrontata anche al Consiglio europeo che si riunisce a Bruxelles, mentre si è avuta notizia che anche il bilaterale a margine tra la Merkel e il presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, che era stato convocato prima del datagate, con ogni probabilità viverà sul confronto per una comune strategia di reazione alle “ingerenze” americane.