I sindaci francesi saranno costretti a celebrare le nozze gay: impossibile l’obiezione di coscienza

18 Ott 2013 12:02 - di Redazione

Il Consiglio costituzionale francese ha escluso la «clausola di coscienza» per i sindaci che si oppongono alle nozze gay. La decisione dei “Saggi”, ai quali si erano rivolti proprio alcuni sindaci, è stata resa nota stamattina. I richiedenti chiedevano di appurare se fosse conforme o meno alla Costituzione l’assenza nella legge di disposizioni che garantiscano la libertà di coscienza dei funzionari dello stato civile ostili al matrimonio omosessuale. Nel loro parere, i giudici costituzionali hanno ravvisato una «conformità alla Costituzione» delle disposizioni contestate. In particolare, non prevedendo alcuna clausola di coscienza al momento del voto della norma, «il legislatore ha inteso assicurare l’applicazione della legge da parte dei suoi agenti e garantire così il buon funzionamento e la neutralità del servizio pubblico dello stato civile».

La petizione, firmata da migliaia di sindaci e vice sindaci, non chiedeva l’abolizione della legge sui matrimoni gay ma soltanto che venisse applicato quanto promesso dal presidente François Hollande al Congresso dell’Associazione dei sindaci di Francia, il 20 novembre scorso quando disse che la legge si sarebbe applicata «assicurando però la libertà di coscienza». Nella petizione si faceva presente che «l’obiezione di coscienza riguarda seri problemi etici e quando una persona è costretta a compiere un atto che va contro la propria coscienza», deve avere la possibilità di astenersi. Tra le proteste più clamorose degli ultimi tempi, nell’agosto scorso Marie-Claude Bompard, sindaco di Bollène, un comune del sud della Francia, nella regione di Vaucluse, aveva rivendicato il diritto di agire in conformità alla sua fede, rifiutando di celebrare le nozze omosessuali tra due cittadini del suo comune. La Bompard, eletta nella lista della Ligue du Sud, un partito di destra, aveva spiegato di non volersi opporre alle persone ma alla legge.  Oggi la decisione che “costringe” definitivamente i sindaci francesi a celebrare le nozze gay.

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