La Boldrini “scivola” anche a Lampedusa. Il pm: mai pensato di indagare i soccorritori
«Nessuno, men che meno la Procura di Agrigento che ben conosce le norme vigenti, ha mai ipotizzato di sottoporre ad indagini chi ha prestato, da civile, soccorsi ai migranti. Né mai nessuno è stato processato per queste ragioni».
È il giorno della commemorazione delle vittime dei naufragi di Lampedusa. E la cerimonia che si svolge ad Agrigento rinnova il dolore e le polemiche di quei giorni di inizio mese. Ma offre anche un’occasione di chiarezza su uno degli aspetti più controversi e più discussi della vicenda: la successiva apertura delle inchieste sui soccorritori. O, meglio, la presunta apertura di un’inchiesta, visto che ora è il procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, a chiarire che quei fascicoli non sono mai esistiti, né c’è intenzione di aprirli. Il magistrato, che dice di voler «sgombrare il campo da qualsiasi equivoco», se la prende con i media, spiegando che «chi, specie una certa stampa assai disinvolta, ha affermato ciò, se ne assume la responsabilità, avendo redatto – mi si permetta – mistificanti resoconti giornalistici». Ciò che Fonzo non dice, probabilmente per correttezza istituzionale, è che dietro quell’equivoco ci sono le parole di un’alta carica dello Stato come il presidente della Camera Laura Boldrini. «Soccorrere è un dovere, non soccorre è un reato», diceva in quei giorni la Boldrini, così come riportato dall’Unità. Un allarmismo, dunque, alimentato dall’alto e che – Fonzo ha ragione – ha trovato in certa stampa una cassa di risonanza ora appiattita, ora complice.
L’obiettivo – non serve la dietrologia per capirlo – era cercare la spallata alla Bossi-Fini, anche cavalcando la legittima indignazione degli italiani per una tragedia difficile da accettare. Per settimane la sinistra ha cercato di far passare per logico l’illogico nesso tra morte degli immigrati e reato di clandestinità e ha usato ogni mezzo per far apparire quella legge come criminale. Compresa la favola dei soccorritori indagati, che ora viene smantellata dalla stessa procura.