L’ultima di Monti, ora si crede un Papa: «Vi porto un messaggio di speranza…»
All’inizio si presentò come salvatore della patria. Anzi, come l’uomo della Provvidenza capace, con un miracolo, di rimediare alle malefatte del centrodestra. Mario Monti entrò a Palazzo Chigi osannato da tutti, benedetto dalla Merkel e dai giornali “amici” che raccontavano pure che cosa mangiava a pranzo e a cena. Non funzionò tanto e allora decise di apparire come l’uomo forte. Anche questa mossa si rivelò sbagliata, perché invece fu considerato la pedina dei poteri forti. Per rimediare, salì in cattedra per imporre l’immagine del grande Professore e fu bersagliato di critiche perché sembrò presuntuoso e inadatto a capire i problemi della gente comune, che guardava dall’alto in basso. In campagna elettorale voltò pagina e si presentò come il nonno adorato, la persona di famiglia e adottò anche un cagnolino. Risultato: una batosta alle urne che ancora gli brucia. Ora c’è l’esigenza di trovare un altro stile, per tentare un improbabile rilancio. Cosa c’è di meglio quindi di apparire come Sua Santità? Ecco che, alla conferenza organizzata dalla Global School of Law del’Università cattolica di Lisbona, ha esordito con parole quasi religiose: «Porto un messaggio di speranza», ha detto con un tono da Papa. Poi ha spiegato il messaggio: «L’euro sta superando la sua crisi di esistenza e ha imboccato la strada della ripresa economica» anche se «la ripresa sembra lenta». Per poi invitare tutti a «fare i compiti a casa. individuali e di gruppo». Niente di rivoluzionario, quindi, tutto nel solco della solita tesi montiana. Di nuovo c’è solo il tono papale e la convinzione – non si sa però come gli sia maturata – che il livello di recriminazione e risentimento è diminuito», tanto per far capire che la gente si sta abituando all’euro e che forse è anche felice. Alla fine, però, c’è il solito richiamo alla Merkel, da cui non riesce proprio a staccarsi: «Credo che, superate le elezioni tedesche, ci saranno più margini di manovra e una nuova capacità per il governo tedesco di guardare al medio termine». Il tentativo di darsi una nuova immagine, però, non gli è riuscito. E non a caso, anche i suoi alleati non ne possono più: per i centristi dell’Udc serve infatti «un chiarimento politico» con Monti. «Bisogna fare chiarezza», ha detto Lorenzo Cesa. «Si tratta di capire se è possibile fare un percorso comune o se ognuno deve prendere la propria strada. Stare insieme per forza non serve né a loro di Scelta civica né noi dell’Udc». Nessuna risposta dall’ex premier. Lui ormai si limita a portare «un messaggio di speranza».