Papa Francesco: è una vergogna, preghiamo per le vittime. Domani ad Assisi per celebrare il patrono d’Italia
Prima le parole vergate su twitter dall’account @Pontifex_it. appena appresa la notizia: «Preghiamo Dio per le vittime del tragico naufragio a largo di Lampedusa». Poi l’esclamazione “a braccio” che irrompe sulle celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII. «Viene la parola vergogna: è una vergogna!», ha detto papa Francesco che lo scorso luglio aveva scelto l’isola di frontiera per la prima visita pastorale del suo pontificato. «Parlando di pace, di inumana crisi economica mondiale, sintomo grave della mancanza di rispetto per l’uomo, non posso non ricordare con grande dolore le numerose vittime dell’ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi a largo di Lampedusa». Preghiamo insieme Dio – ha detto ancora il Papa – per chi ha perso la vita: uomini donne bambini, per i famigliari e per tutti i profughi. «Uniamo i nostri sforzi, perché non si ripetano simili tragedie: solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle», ha aggiunto tra gli applausi il papa “venuto dalla fine del mondo”, il papa degli ultimi che sbarcando sul molo di Punta Favaloro aveva criticato duramente «la cultura del benessere che ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, in una situazione che porta alla globalizzazione dell’indifferenza».
Ricordando durante l’udienza i “semi di pace” gettati da Giovanni XXIII, il pontefice ha sottolineato che «nonostante siano caduti muri e barriere, il mondo continua ad avere bisogno di pace e il richiamo della Pacem in terris rimane fortemente attuale». L’Enciclica ci ricorda chiaramente che non ci può essere vera pace e armonia «se non lavoriamo per una società più giusta e solidale, se non superiamo egoismi, individualismi, interessi di gruppo e questo a tutti i livelli», ha detto papa Bergoglio, alla vigilia della sua visita ad Assisi per le celebrazioni di San Francesco, patrono d’Italia. Mi chiedo – ha aggiunto – se abbiamo compreso questa lezione, «mi chiedo se le parole giustizia e solidarietà sono solo nel nostro dizionario o tutti operiamo perché divengano realtà».