“Pensioni d’oro” alla Consulta, la Meloni chiede l’intervento di Napolitano
Giorgia Meloni scrive a Giorgio Napolitano per chiedergli una valutazione sul meccanismo che porta alla presidenza della Consulta il componente più anziano, con effetti sulle pensioni d’oro. Nella lettera del presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Meloni sottolinea che «in molti casi la Presidenza è assunta per pochissimi mesi»,
per sopraggiunti limiti d’età, e questo «determina, a favore del Presidente cessato, il beneficio di ottenere un trattamento pensionistico e una indennità maggiorate rispetto al diritto acquisito sino all’assunzione della carica presidenziale». «Pur comprendendo che tale comportamento rientra nelle potestà dell’Organo e nei profili di legittimità, ci chiediamo e Le chiediamo, Illustre Presidente – prosegue Giorgia Meloni – se tutto questo non risulti essere una elusione di quanto stabilito dai Costituenti, finalizzata non al miglior funzionamento della Corte, ma all’ottenimento di un vantaggio personale da parte dei suoi membri». E poi: «La circostanza appare stridere con la giusta ma dolorosa riforma pensionistica che impone alle giovani generazioni il diritto al vitalizio commisurato e limitato all’entità dei contributi effettivamente versati, ma diviene addirittura odiosa, ove si rammenti che la stessa Corte Costituzionale ha recentemente ritenuto, con sentenza 116/2013, di bocciare il contributo di solidarietà sulle “pensioni d’oro” e sancito che le stesse sono di fatto intoccabili anche per il futuro. Comprese quelle scaturite grazie alla rotazione della Presidenza adottata dalla Corte stessa», sottolinea ancora la leader di FdI. Che così conclude: «Alla luce di quanto esposto, ed in considerazione della Sua affermata e riconosciuta sensibilità, Le chiediamo, Signor Presidente, di voler esercitare il Suo alto ruolo di indirizzo verso i membri della Consulta perché cessi definitivamente una consuetudine che non si addice al prestigio della Corte Costituzionale».