Sarkozy prepara il gran rientro. Basterà l’innocenza giudiziaria per ritirare su “la droite”?
Tornerà a ruggire l’ex inquilino dell’Eliseo, l’uomo della rupture? È presto per dire se Nicolas Sarkozy uscirà dall’esilio forzato dell’ultimo anno e mezzo per riprendersi la rivincita alle elezioni del 2017. Ma il primo ostacolo è caduto: l’affaire Bettencourt è dietro le spalle. Prosciolto in istruttoria dall’accusa di aver approfittato dell’anziana multimiliardaria erede dell’Oréal per farsi finanziare le presidenziali del 2007, Sarko starebbe pensando al grande ritorno sulla scena politica e a riprendere in mano le redini dell’Ump sempre più logorato da contrasti interni e dal successo crescente del Front national di Marine Le Pen. L’ex presidente, che rischiava tre anni di carcere, una multa fino a 375.000 euro e l’ineleggibilità a qualunque carica politica per cinque anni, ora sembra l’unico ad avere le carte in regola per guidare la difficile rinascita della droite e riunire le tante correnti del partito.
La Waterloo del maggio 2012 nel ballottaggio contro François Hollande sembrava aver segnato la fine della cavalcata di monsieur le président percepito sempre più dall’opinione pubblica francese come un bluff. Ora – come si è lasciato sfuggire uno stretto collaboratore al Journal du Dimanche – «Nicolas tornerebbe in campo come una Formula 1 esce dai box». Dalla sua pagina di Facebook Sarkozy si prende la rivincita sulla campagna di fango, consapevole però che non sarà facile riconquistare il cuore degli elettori. «La giustizia mi ha dichiarato innocente. Due anni e mezzo di inchiesta, tre giudici, decine di poliziotti, 22 ore di interrogatori e confronti, 4 perquisizioni. Centinaia di articoli che hanno messo in discussione la mia rettitudine durante la campagna presidenziale Era dunque questo il prezzo da pagare affinché, alla fine, fosse stabilita la verità», scrive ringraziando la sua famiglia, gli amici, «la mia formazione politica e in particolare il suo presidente, Jean-Francois Copé». Già a luglio, dopo la ferale decisione del Consiglio costituzionale francese di bocciare i conti della campagna elettorale dell’Ump, mettendo sull’orlo della bancarotta il partito già diviso sull’elezione del nuovo leader, l’ex presidente aveva sorpreso tutti partecipando a un vertice di partito davanti a presenti 800 funzionari. L’intervento di un’ora a tutto campo era sembrato a tutti l’antipasto di un come back anche se Sarko aveva smentito: «Questo non è il mio rientro in politica. Il giorno in cui riprenderò la parola sarà per parlare ai francesi della Francia. Non sarà per parlare di me, ma per parlare di noi. Sarà per parlare di loro».