Slitta al 29 la decisione sul voto segreto per la decadenza del Cav. Il Pdl: no a regolamenti “contra personam”
I manifestanti denudatisi all’esterno del Senato magari non si saranno beccati la bronchite, visto che le temperature a Roma sono quasi estive, ma di certo non avranno gradito il rinvio della decisione sul voto palese o meno per la decadenza di Silvio Berlusconi. La Giunta per il regolamento del Senato tornerà infatti a riunirsi il 29 ottobre. Due relatori, Franco Russo (Pd) e Anna Maria Bernini (Pdl) dovranno fare il punto sulle varie posizioni. E poi, spiega il capogruppo del Pd Luigi Zanda, “si dovrà prendere una decisione”. «In Giunta per il regolamento – racconta Francesco Nitto Palma (Pdl) al termine della riunione – ci si è detti tutti contrari sul fatto che si arrivi ad una modifica del regolamento per avere il voto palese in aula sulla decadenza di Berlusconi. Il Pd punta infatti ad una nuova interpretazione della norma regolamentare». Ma anche su questo Palma si dice contrario perché “ad una norma contra personam come quella che potrebbe essere definita una modifica del regolamento perché si abbia il voto palese, si potrebbe arrivare ad una “interpretazione contra personam”, ma il discorso cambierebbe poco». Il capogruppo Luigi Zanda ribadisce la posizione del Pd che è quella di essere a favore del voto palese, ma conferma che una decisione in questo senso potrà essere presa solo nella riunione della Giunta fissata per il 29 ottobre. Dal Pdl, però, gli attacchi al Pd non si fermano: «L’intenzione del Pd di procedere con voto palese sulla decadenza del Presidente Berlusconi è un gesto abietto nei confronti della democrazia», dice Mariastella Gelmini, vicecapogruppo Vicario del Pdl alla Camera. «Nel caso di pronuncia su singole persone, nella tradizione delle democrazie liberali ricorre il sacrosanto principio alla segretezza del voto: sia per tutelare la libertà di coscienza, sia per ubbidire al dettato costituzionale sancito dall’art 67 che vuole il parlamentare libero dal vincolo di mandato. È sempre più forte la preoccupazione sulla tenuta dei principi fondamentali che regolano un Paese civile. Questa è una pericolosa novità i cui danni non soffriranno solo Silvio Berlusconi ed il PdL ma le libertà e le garanzie che i nostri Padri Costituenti ci hanno affidato», conclude.