Tutti pensano che sabato la Capitale verrà messa a fuoco. Ma nessuno sembra pensare di impedirlo
Salvo sorprese (piacevoli), sabato 19 si assisterà alla replica delle devastazioni che due anni fa fecero scempio di Roma. Ma allora il sindaco era il cattivo Alemanno, oggi c’è il ” buon” Marino. A cominciare dal prefetto della Capitale, tutti danno per scontato che ci saranno incidenti. Impossibile non aver notato l’escalation di violenza di queste ultime settimane, con i gruppi di sinistra che hanno sfruttato qualunque occasione per lanciare molotov e sfondare teste. Dei facinorosi si sa già tutto: da quali regioni e centri sociali vengono, che tecniche e che armamentario potrebbe usare. Ma nessuno si ripropone di fermarli o ritiene di essere in grado di farlo. Lo stesso prefetto si limita a fare appello agli organizzatori affinché “isolino i violenti”. Non si sa esattamente con quali mezzi. E d’altronde i gruppi di guerriglia sono tra i promotori della manifestazione, almeno da quanto risulta da una rapida consultazione della rete, che sicuramente non è inarrivabile anche per le forze dell’ordine. Si parlerà (e anzi già si parla) di black-bloc, fantomatiche figure irraggiungibili e forse inesistenti che si prenderanno la responsabilità delle violenze così da non intaccare la buona immagine di tutto il resto della sinistra che, come ogni volta, il giorno dopo deprecherà le violenze, condannerà le devastazioni, ma dirà anche che gli scontri sono stati provocati dall’atteggiamento ostile delle forze dell’ordine e dalla politica che non ascolta la voce della piazza o degli “studenti”, dei “giovani”, dei “precari”, dei “movimenti per la casa” e di tutte quelle organizzazioni di beneficenza e forze sane della nazione che non restano con le mani in mano di fronte alla crisi. Crisi che, com’è noto, si combatte dando fuoco alle auto, assaltando i bancomat e sfasciando le vetrine. In questo abituale copione, replicato fino alla nausea, gli unici che non fanno poi una pessima figura sono i ragazzini anarchici e i gruppuscoli insurrezionalisti che almeno dichiarano apertamente che delle soluzioni non gliene frega niente, che vogliono solo devastare e divertirsi a tirare sassi alla polizia. La magra figura la faranno i giornalisti che racconteranno la solita favola dei poveri ragazzi a cui la polizia voleva togliere il diritto di manifestare, la politica che si sperticherà in condanne postume e ipocrite, i responsabili della sicurezza che, malgrado sappiano esattamente cosa accadrà e chi ne sarà responsabile, da trent’anni lasciano che accada purché tutto si svolga all’ombra di drappi rossi o col faccione del Che. Ormai avremmo dovuto farci l’abitudine…